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Papa Francesco: “basta guerra, fare sforzi per negoziare”/ “Affidiamo Ucraina e Terra Santa a San Giuseppe”


UDIENZA GENERALE DI PAPA FRANCESCO E NUOVO APPELLO PER LA PACE: “FARE OGNI SFORZO PER NEGOZIARE”

Nell'ultima Udienza Generale prima della Settimana Santa, Papa Francesco è tornato ad invocare la pace da Piazza San Pietro rivolto a tutti i regnanti e la comunità internazionale: dopo le polemiche sulla “bandiera bianca” per l'intervista alla RSI svizzeraPapa Bergoglio conferma la necessità di negoziare per far cessare tutte le guerre, dall'Ucraina al Medio Oriente.

«Abbiamo festeggiato ieri la solennità di San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale. Vorrei insieme a voi affidare al suo patrocinio la Chiesa e il mondo intero, soprattutto tutti i papà che in lui hanno un modello singolare da imitare», ha detto Papa Francesco nella parte finale dell'Udienza dopo la catechesi e le preghiere. Ed è qui che è scattato il nuovo appello alla pace: «A San Giuseppe raccomandiamo anche le popolazioni della martoriata Ucraina e della Terra Santa – la Palestina, Israele –, che tanto soffrono l'orrore della guerra». Il Santo Padre insiste sul non dimenticare mai che la guerra è e sempre sarà una sconfitta: «Non si può andare avanti in guerra. Dobbiamo fare tutti gli sforzi per trattare, per negoziare, per finire la guerra. Preghiamo per questo».

PAPA FRANCESCO E LA VIRTÙ DELLA PRUDENZA: LA NUOVA CATECHESI IN UDIENZA GENERALE

Prima dell'appello alla pace, Papa Francesco aveva introdotto l'Udienza Generale con la nuova catechesi del ciclo “Vizi e virtù”, dedicata alla prudenza: «Essa, insieme a giustizia, fortezza e temperanza forma le virtù cosiddette cardinali, che non sono prerogativa esclusiva dei cristiani, ma appartengono al patrimonio della sapienza antica, in particolare dei filosofi greci. Perciò uno dei temi più interessanti nell'opera di incontro e di inculturazione fu proprio quello delle virtù».

La prudenza per Papa Francesco non va intesa una sorta di “titubanza” nell'azione da intraprendere ma nemmeno alla cautela: «Accordare un primato alla prudenza significa che l'azione dell'uomo è nelle mani della sua intelligenza e libertà». In un mondo in cui dominano l'apparire e la superficialità, la banalità tra bene e male, la lezione della prudenza nella Chiesa vale ancora molto nel giorno d'oggi: «La prudenza insegna anche che, come si suol dire, “l'ottimo è nemico del bene”. Il troppo zelo, infatti, in qualche situazione può combinare disastri: può rovinare una costruzione che avrebbe richiesto gradualità; può generare conflitti e incomprensioni; può addirittura scatenare la violenza». In conclusione della catechesi, il Papa ricorda come la persona prudente sa custodire la memoria del passato, non tanto perché abbia paura del futuro ma in quanto «sa che la tradizione è un patrimonio di saggezza. La vita è fatta di un continuo sovrapporsi di cose antiche e cose nuove, e non fa bene pensare sempre che il mondo cominci da noi, che i problemi dobbiamo affrontarli partendo da zero. E la persona prudente è anche previdente».

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