Istruzione

Influenza aviaria, c’è rischio di trasmissione su larga scala solo se il virus muta


Si allunga la lista degli Stati americani interessati da infezioni da virus dell'influenza aviaria A/H5N1 nei bovini. Il National Veterinary Services Laboratory americano ha rilevato il virus in un allevamento di mucche da latte in North Carolina. È il settimo Stato dopo Texas, Kansas, Michigan, Idaho, New Mexico e Ohio, dopo che l'allarme per la diffusione del virus nei bovini da latte, che ha infettato anche due persone che hanno avuto contatti con gli animali, era scattato lo scorso 25 marzo.

Le indagini preliminari si sono concluse che il ceppo di virus rilevato nell'ultimo caso è simile a quello riscontrato in precedenza in Texas e Kansas e che sembra essere stato introdotto negli uccelli selvatici. Al momento, sottolineano le autorità, il livello di rischio per la salute umana resta basso; tuttavia, le persone con esposizioni strette o prolungate e non protette da animali infetti o ambienti contaminati sono a maggior rischio di infezione. Nessuna preoccupazione per quel che riguarda il latte commerciale «perché i prodotti vengono pastorizzati prima di entrare sul mercato», precisa il dipartimento dell'Agricoltura.

E in Europa? «Il virus dell'influenza aviaria continua a diffondersi nell'Unione europea, e altrove, provocando un'elevata mortalità tra gli uccelli selvatici, spillover tra i mammiferi selvatici e domestici e focolai negli allevamenti» evidenzia in una nota europea l'Autorità per la sicurezza alimentare Efsa, facendo il punto su quanto emerge da un rapporto scientifico firmato insieme al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), nel quale si valutano i fattori di rischio per una potenziale pandemia influenzale e le relative misure di mitigazione .

«Se i virus dell'influenza aviaria A/H5N1 acquisissero la capacità di diffondersi tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala». È l'avvertimento che arriva da un rapporto congiunto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) pubblicato oggi, che segnala che, a causa dell'intensa diffusione del virus e della sua continua evoluzione, «potrebbero essere selezionati nuovi ceppi portatori di potenziali mutazioni per l'adattamento nei mammiferi».

«A oggi, il virus A/H5N1 attualmente circolante ha causato solo pochi casi di infezione umana – spiegano le agenzie – tuttavia, l'elevato numero di infezioni ed eventi di trasmissione tra diverse specie animali aumenta la probabilità del riassortimento virale e/o dell 'acquisizione di mutazioni che potrebbero migliorare la capacità dei nuovi virus influenzali emergenti di infettare, replicarsi e trasmettersi in modo efficiente tra i mammiferi».



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