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«Non si fanno più figli perché abbiamo perso il gusto di vivere e di prenderci cura dell’altro»


L'invito è ad essere «comunità aperta e attenta, pronta ad accogliere, ascoltare e accompagnare il prossimo, profetica nell'annunciare con coraggio il Vangelo e desiderosa di uscire dalla propria cerchia per incontrare gli altri, specialmente chi abita le periferie esistenziali del nostro tempo”.

È la raccomandazione di papà Francesco al cammino del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI), che è stato fondato il 20 giugno 1954 e quest'anno compie settant'anni. Un anniversario “festeggiato” con l'udienza con il Pontefice, celebrato con lo slogan “Più vita alla vita” e con tre progetti concreti: il dono di una culla termica al Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Lampedusa; la costruzione di una falegnameria nautica in Zambia; la piantatumazione di un bosco ad Argentain Romagna.

Francesco si sofferma su ciascuno di questi per riflettere sul valore della vita, sul bene comune e sulla salvaguardia del pianeta. In questo «tempo di drammatica denatalità», gli uomini sembrano «aver smarrito il gusto del generare e del prendersi cura dell'altro, e forse anche il gusto di vivere», la culla donata a Lampedusa «l'amore per la vita che nasce», osserva Francesco, «la gioia richiama per un bimbo che viene alla luce, l'impegno perché possa crescere bene, l'attesa e la speranza per ciò che potrà diventare ». E ancora «la culla ci parla della famiglia, nido accogliente e sicuro per i piccoli, comunità fondata sulla gratuità dell'amore», e pura «di attenzione per la vita in ogni sua fase, specialmente quando il passare degli anni o le asperità del cammino rendono la persona più vulnerabile e bisognosa».

Per il Papa è dunque significativo il dono al Centro di Primo Soccorso e Accoglienza dell'isola siciliana: «L'amore per la vita è sempre aperto e universale, desideroso del bene di tutti, al di là della provenienza o di qualsiasi altra condizione» .

Quanto alla falegnameria, “simbolo caro” ai cristiani, perché Gesù “l'ha scelta come luogo in cui prepararsi alla sua missione” lavorandovi umilmente, rinvia, dice Francesco, a quanto di buono l'umanità può fare, mentre oggi «si parla tanto – forse troppo – di fabbricare armi per fare la guerra e gli investimenti che danno più reddito» sono la fabbrica delle armi: «Investire per distruggere; guadagnare con la distruzione – la vocazione nostra ci rimanda alla vocazione fondamentale dell'uomo di trasformare i doni di Dio non in mezzi di morte, ma in strumenti di bene, nell'impegno comune di costruire una società giusta e pacifica, dove a tutti sia data la possibilità di una vita dignitosa. La dignità della vita. Lavorare per la dignità della vita».

Il terzo progetto è il bosco pensato in memoria di don Giovanni Minzoni, «parroco coraggioso che, in un contesto di violenta e prepotente ostilità, si è battuto, anche attraverso lo scoutismo, per formare» i giovani «a una solida vita cristiana» impegnata a favore della società. Il Papa prende spunto per invitare al rispetto e alla custodia della casa comune: «Il rispetto, l'amore e il contatto diretto con la natura sono caratteristiche peculiari dello scoutismo, fin dalle sue origini. E sono valori di cui abbiamo tanto bisogno oggi, mentre ci scopriamo sempre più impotenti di fronte alle conseguenze di uno sfruttamento irresponsabile e miope del pianeta, noi prigionieri di stili di vita e comportamenti tanto egoisticamente sordi ad ogni appello di buon senso, quanto tragicamente autodistruttivi ; comportamenti insensibili al grido di una terra ferita, come pure alla voce di tanti fratelli e sorelle ingiustamente emarginati ed esclusi da un'equa distribuzione dei beni».

Infine, Francesco ha elogiato «lo stile sobrio, rispettoso e frugale degli scout come grande esempio per tutti».





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