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Aborto nella Costituzione europea, ecco come hanno votato gli eurodeputati italiani



L'11 aprile scorso, nelle stesse ore in cui il Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede rende pubblico il documento Dignitas Infinitala dichiarazione in favore della centralità della persona, a partire dai più deboli, compresi quelli ancora nel grembo materno, con un richiamo particolarmente forte contro la maternità surrogata e l'interruzione di gravidanza, il Parlamento europeo votava una mozione per inserire nella Costituzione dell'Unione il “diritto” all'aborto. Ma come hanno votato sulla movimento (passata con 336 voti a favore e 163 contro) anche se non vincolante, ma certamente esemplare e simbolica, gli europarlamentari italiani? Una disseminazione del voto, per appello nominale, può essere interessante in vista dell'appuntamento elettorale di giugno. Innanzitutto vediamo gli “ordini di scuderia”. Dalle delegazioni di Partito Democratico, 5 Stelle e Verdi – rispettivamente negli eurogruppi di “Sinistra e Democrazia” dei “Non iscritti” e degli Indipendenti – è giunta l'indicazione di votare a favore della mozione abortista, mentre il Centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia) ha invitato i deputati a votare contro, pur lasciando libertà di coscienza.

Analizzando i risultati del voto dei 76 italiani sul sito dell'Europarlamento si scopre che in Fratelli d'Italia i contrari alla movimento sono stati 7 (Sergio Berlato, Elisabetta De Blasis, Carlo Fidanza, Chiara Maria Gemma, Pietro Fiocchi, Denis Nesci, Nicola Procaccini), mentre tre si sono astenuti. Forza Italia ha registrato tre contrari (Lara Comi, Salvatore De Meo, Stefania Zambelli), un astenuto e ben sei assenti, mentre la Lega ha dimostrato una certa compattezza con 15 contrari alla movimento (Matteo Adinolfi, Alessandra Basso, Paolo Borchia, Marco Campomenosi, Susanna Ceccardi, Rosanna Conte, Paola Ghidoni, Valentino Grant, Danilo Oscar Lancini, Elena Lizzi, Antonio Maria Rinaldi, Maria Veronica Rossi, Annalisa Tardino, Isabella Tovaglieri, Marco Zanni), sei assente e un favorevole. Nel complesso nel Centrodestra tre deputati hanno votato a favore dell'interruzione di gravidanza, in disaccordo con le indicazioni dei capogruppo, rivendicando la libertà di coscienza: la nipote del Duce Alessandra Mussolini, di Forza Italia, la collega di partito Lucia Vuolo e la leghista Gianna Gancia.

E nei partiti che in Italia sono all'opposizione, ovvero Cinque Stelle e Pd? Sei dei sette grillini (Tiziana Beghin, Maria Angela Danzì, Laura Ferrara, Dino Giarrusso, Sabrina Pignedoli, Ignazio Corrao, Rosa D'Amato) hanno votato compattamente a favore dell'aborto, mentre uno è risultato assente. Nel Partito Democratico, che in teoria nasce dalla fusione dei post comunisti e dei cattolici della Margherita, ci sono stati sette favorevoli (Pietro Bartolo, Brando Benifei, Paolo De Castro, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli) e ben 8 assenti. Ma le motivazioni dell'assenza sono diverse. Per alcuni, come i cattolici democratici Patrizia Toia, Beatrice Covassi e Achille Variati, il non voto aveva motivazioni ben precise: il rifiuto di votare su una mozione “non votabile”. «È noto che nel PD ci sono posizioni diverse e su questi temi: c'è libertà, ovviamente. Nella delegazione l'orientamento era di votare a favore» , spiega Patrizia Toia. «Pur riconoscendo che erano sensibilità diverse ho precisato che non si tratta di generiche sensibilità. Qui stiamo parlando di un'opinione ben precisa, quella di considerare l'aborto un diritto fondamentale, opinione che io rigetto perché non la ritengo corretta. Io e altri non condividevamo il contenuto di quel voto, anche nella sua formulazione, e non l'abbiamo voluto votare. Un conto è considerare l'interruzione di gravidanza come una possibilità – che è previsto dalla legge, come in quella italiana, che pone precise condizioni – un altro è descriverlo come un diritto assoluto».

Tra gli altri assenti dem, alcuni avevano impegni definiti “improrogabili” (così si sono giustificati) ma hanno plaudito alla mozione sui loro social, come ha fatto l'onorevole Daniela Rondinelli. Ci sono poi i due partiti – Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda – presenti in Europarlamento rispettivamente con Nicola Danti (che non ha votato) e – per Calenda – con i due europarlamentari Fabio Massimo Castaldi e Giuseppe Ferrandino. Castaldo ha votato a favore dell'aborto e Ferrandino è risultato assente. Sia Renzi che Calenda si erano pronunciati a favore della mozione abortista. Anche i rimanenti eurodeputati socialisti, come Giuliano Pisapia, o della sinistra, inseriti nel Parlamento nel gruppo indipendente, hanno votato a favore dell'aborto.





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