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Il Papa ha scelto il missionario don Gherardo Gambelli nuovo arcivescovo di Firenze


Il cadenale Giuseppe Betori con papa Francesco (Ansa)

Biblista, missionario in Ciad per dodici anni, cappellano del carcere di Sollicciano e parroco. È l'identikit del nuovo arcivescovo di Firenze, don Gherardo Gambelliscelto da papà Francesco vieni successore del cardinale Giuseppe Betori che ha guidato l'arcidiocesi toscana per quasi sedici anni dopo aver ricoperto diversi incarichi di primo piano nella Conferenza episcopale italiana della quale è stato segretario generale dal 2001 al 2008, l'anno dell'ingresso a Firenze.

Gambelli è nato a Viareggio, è stato ordinato sacerdote nel 1996 e compirà 55 anni il prossimo 23 giugno. Nel settembre scorso è rientrato a Firenze dopo dodici anni come missionario fidei donum in Ciad e attualmente è parroco della chiesa fiorentina della Madonna della Tosse, una parrocchia guidata dal 1954 al 2000 da don Angelo Chiaroni, il quale ne fece uno dei centri della sinistra conciliare cattolica e del dialogo ecumenico a Firenze, frequentata da figure come don Lorenzo Milani, padre Ernesto Balducci, padre Benedetto Calati, Mario Gozzini e Luciano Martini. A ricordo di alcune figure cittadine una vetrata della chiesa ritrae insieme don Giulio Facibeni, il cardinale Elia dalla Costa e Giorgio La Pira. Dopo la morte di don Chiaroni, la parrocchia è stata affidata a don Giacomo Stinghiimpegnato fin dagli anni Ottanta per il recupero dei tossicodipendenti e Presidente del Centro di Solidarietà di Firenze (CSF), un organismo creato dalla Chiesa fiorentina per la prevenzione, il recupero e l'assistenza di queste persone. Don Gambelli è anche il successore di don Vincenzo Russo come cappellano del carcere di Sollicciano.

«Sono partito la prima volta per il Ciad a settembre 2011», aveva detto Gambelli in un'intervista al settimanale delle diocesi toscane ToscanaOggi, «rientrando di media una volta all'anno. Ho trascorso sette anni nella diocesi di N'Djamena, capitale del Ciad e nei successivi quattro anni sono stato presso il vicariato apostolico di Mongo, una città nella zona est del Ciad, per supportare la comunità nella creazione di una vera e propria diocesi. Il mio viaggio però comincia nel lontano 2001, in quel periodo ho prestato aiuto nel seminario nazionale, struttura creata negli anni '90 dai gesuiti primi missionari in Ciad, consegnato ai preti diocesani ciadiani che però non avevano abbastanza formatori; da lì in poi sono partito a supporto di una parrocchia nella diocesi di N'Djamena per poi trascorrere gli ultimi quattro anni a Mongo, da cui sono tornato definitivamente alla fine dello scorso febbraio. Per me questi 12 anni in Africa sono volati, nonostante l'inizio sia stato un po' difficile per la diversità di lingua e cultura, sicuramente è stata un'esperienza molto forte. Ma sono stato ripagato dalla gioia di una bella accoglienza, in Africa l'ospite è sacro e quanto più viene da lontano più è sacro».

In Ciad, uno dei paesi più poveri dell'Africa, Gambelli è stato fra il 2020 e il 2023, vicario apostolico a Mongo per supportare la comunità nella creazione di una vera e propria diocesi. Un'altra sfida importante, durante la sua permanenza in Africa, in una zona a maggioranza musulmana, è stata quella del dialogo interreligiosoche lo ha spinto a collaborare con le iniziative fiorentine legate all'ecumenismo.

Prima dell'impegno in Africa, don Gambelli è stato vicario parrocchiale della chiesa di Santo Stefano in Pane a Rifredi (1996-2007); poi nel 2000 ha ottenuto la Licenza in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma e fino al 2006 è stato amministratore della Parrocchia Sant'Andrea a Cercina. Poi nel 2007 ha conseguito il Dottorato presso la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale ed è stato Parroco in solido moderatore dell'Immacolata e San Martino a Montughi (2007-2011).

La nomina di papa Francesco arriva due anni dopo le dimissioni del cardinale Giuseppe Betori, 77 anni a febbraio scorso, presentato per raggiungere limiti di età e che il Papa aveva accettato di prorogandolo donec aliter supplyatur, fino, cioè, alla nomina del successore.

L'annuncio è stato dato giovedi alle ore 12, in contemporanea con la Sala Stampa Vaticana, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore dal cardinale Betori che ha fatto sapere che saluterà la diocesi con una celebrazione eucaristica domenica 16 giugno mentre il 24 giugno, festa di San Giovanni BattistaGambelli sarà ordinato vescovo nel Duomo di Firenze e prenderà ufficialmente possesso della diocesi.

L'ultima volta di un prete fiorentino alla guida della diocesi è stato il cardinale Silvano Piovanelli, vescovo dal 1983 al 2001.



«La scelta di un prete di Firenze è un segno grande di fiducia del vescovo di Roma nei confronti della nostra diocesi», ha affermato don Gherardo Gambelli, subito dopo l'annuncio della sua nomina. «Ho percepito una chiamata di Dio a rendermi ancora più disponibile per sdebitarmi del dono immenso del Vangelo». Gambelli ha ringraziato l'arcivescovo uscente, il cardinale Giuseppe Betori, per il suo contributo alla vita della chiesa fiorentina negli ultimi 15 anni, sottolineando che «la sua decisione di restare a Firenze come vescovo emerito ci riempie di gioia».

«Come chiesa fiorentina siamo molto grati al Santo Padre per la scelta di un prete fiorentino come mio successore sulla cattedra dei santi Zanobi e Antonino», ha detto il cardinale Betori dopo l'annuncio della nomina, «la figura di don Gherardo è perfettamente in linea con il cammino della chiesa oggi sotto la guida di Papa Francesco: per questo direi che rafforza ulteriormente il legame con la chiesa di Roma, con il Papa».

Gambelli «è un prete che ben conosciamo – ha spiegato Betori -, per una salda spiritualità biblica che è l'anima di tutto quello che lui ha fatto: un prete che si è misurato con la concretezza della vita pastorale della nostra diocesi sia come vicario parrocchiale e poi per due volte come parroco. È un prete attento alla dimensione delle periferie, come piace dire al Papa: periferie geografiche, come missionario in Africa, periferie umane, con l'attenzione al carcere». Dunque, ha osservato il cardinale, «mi sembra molto bello che egli possa riunire queste dimensioni spirituali, pastorali e di servizio agli ultimi, e che ora potrà tradurre tutto questo in un governo illuminato della nostra diocesi». Per altro, ha sottolineato Betori, «è il quinto vescovo, da quando sono qui, che la chiesa fiorentina dona alla chiesa universale: questa volta ce lo siamo tenuti “in casa”. Aver proposto al Santo Padre in 15 anni cinque preti fiorentini che potevano assumere la guida di una diocesi, mi sembra significativo che il Papa ha molta fiducia verso la chiesa fiorentina e il cammino che abbiamo fatto in questi 15 anni».





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