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Il Festival pucciniano festeggia 70 anni con sei nuovi allestimenti firmati da Pier Luigi Pizzi


Il regista Pier Luigi Pizzi

Sei nuovi allestimenti firmati da Pier Luigi Pizzi per due anniversari che cadono entrambi quest'anno: il centenario della morte di Giacomo Puccini (avvenuta il 29 novembre 1924) e la 70esima edizione del Festival a lui dedicato a Torre del Lago, in Toscana, che fu il buen retiro del compositore che lì ha vissuto trent'anni.

È proprio il regista Pizzi, 94 anni da compiere a giugno, a firmare con il suo stile inconfondibile la regia, la scenografia ei costumi di un cartellone a dir poco impegnativo, presentato martedì al Teatro Alla Scala di Milano. Nel programma ci sono infatti nuovi allestimenti di sei opere (la metà di quelle composte da Puccini), a cui si aggiunge un evento speciale dedicato a Madama Farfalla per celebrarne i 120 anni.

«Abbiamo voluto che il Festival del Centenario fosse una sintesi del suo genio creativo – ha spiegato Pier Luigi Pizzi -. Il progetto artistico, concepito come unico, prevede i primi cinque titoli, Le Willis con Edgar, Manon Lescaut, La Bohème, Tosca, messi in scena in ordine cronologico secondo la loro nascita, seguendo il percorso del compositore e la sua crescita artistica, dagli inizi e fino all'ultima opera, Turandot, rimasta incompiuta e da noi proposta come lui ce l'ha lasciata».

Unire tutte le opere, che sono allestite nella struttura aperta del gran teatro Giacomo Puccini Torre del Lago, un unico dispositivo scenico con un grande ledwall sullo sfondo. L'impostazione, ha spiegato Pizzi, è classica ma con un filo estetico che elimina «le incrostazioni della peggiore tradizione e ogni sospetto di museografia». Uno stile lineare e cromaticamente uniforme seguendo lo stile delle regie di Pizzi degli ultimi anni.

Pizzi firma dunque la regia di Le Willis e Edgar, in dittico, che aprirà il festival il 12 luglio, sul podio Massimo Zanetti. Il giorno dopo toccherà a Manon Lescaut diretta da Beatrice Venezi. In questo caso la regia è di Massimo Gasparon, da anni collaboratore di Pizzi, che ha firmato anche La Boheme che andrà in scena dal 20 luglio con la direzione di Michelangelo Mazza.

Tosca, con la regia di Pizzi, sarà rappresentata dal 26 (direttore Daniele Calegari) mentre il 3 agosto toccherà a Turandot con la regia di Pizzi e sul podio Renato Palumbo. Eventi speciali il 31 agosto con Madama Farfalla nell'allestimento firmato da Barbara Hewitt e diretto da Jacopo Sipari di Pescasseroli e il 17 luglio con Roberto Bolle e Amici.

Pizzi promette un «festival imperdibile» con 17 serate d'opera nella cornice unica del Gran Teatro all'aperto sulle sponde del Lago Massaciuccoli. «A un secolo dalla scomparsa, la popolarità di Giacomo Puccini non è mai diminuita, semmai è cresciuta», ha detto Pizzi, «a rendere attuale sta il fatto, che nel suo teatro e nella profonda umanità delle sue creature ci si continua a riconoscere . Il suo teatro parla a tutti, è universale. Ancora oggi credo sia un modello, per chi voglia scrivere per l'opera lirica. Sono note le sue complicate vicende familiari e non solo, ma si sa anche quanto fosse legato alla sua terra e al lago Massaciuccoli, dove sfogava la passione per la caccia. In tutte le sue opere Puccini ha magistralmente costruito dei personaggi indimenticabili, pensa a Calaf, Mario Cavaradossi, Rodolfo, De Grieux, per non citare che i più popolari, ma ha regalato a quelle femminili i momenti più sublimi. Manon, Mimì, Cio-Cio-San, Liù che continuano a commuoverci fino alle lacrime».

«Il grosso dei finanziamenti ricevuti dal ministero in occasione del centenario» ha ricordato il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro si è concentrato sul Belvedere, con «lavori di rifacimento e restauro degli edifici che insistono sulla piazza».

«Attraverso l'esecuzione della sua opera, nei luoghi della loro creazione», ha detto il presidente della Fondazione Festival Pucciniano Luigi Ficacci«il nostro intento è produrre per il pubblico l'esperienza dal vivo degli elementi intrinseci al suo genio, in una condizione speciale, distinta dalle deformazioni e dagli equivoci impliciti nella riproduzione musicale e nel suo abuso fuorviante».





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