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Morto Laurent Cantet, regista d’impegno sociale. Palma d’oro a Cannes con ‘La classe’


Laurent Cantet, era il regista di un cinema intessuto di d'impegno e realtà, che non negava la speranza ed era capace di emozionare il pubblico. Malato da tempo, il cineasta francese è scomparso giovedì 25 aprile a 63 anni.

(afp)

Alla ribalta mondiale e nella storia di Cannes era entrato nel 2008 con Entres les murs, La classe. Presentato negli ultimi giorni del festival il film ambientato tra le mura di una classe, a metà tra documentario e finzione, aveva folgorato la giuria e il suo presidente, Sean Penn. Era costato solo due milioni e mezzo di euro, aveva al centro l'insegnante di francese François Bégaudeau, autore del romanzo omonimo. In un anno scolastico raccontava il rapporto tra il docente e una classe parigina, studenti dai 13 ai quindici anni, diversi per origini sociali ed etniche. Figlio di insegnanti, Laurent Cantet, sceneggiatore e regista, era l'erede della cultura dei suoi genitori, “persona impegnata in un certo numero di causa, nelle quali era molto incarnata la morale laica e repubblicana”.

(afp)

Considerato il Ken Loach francese, aveva iniziato la sua carriera girando un documentario Un été a Beirut nel 1990. Diventando poi l'assistente di Marcel Ophüls per Vele d'armi (1994), Sulla guerra nell'ex Jugoslavia. Poi aveva girato due cortometraggi Tutti alla Manifvincitore del Premio Jean Vigo 1995, e Giochi di spiaggia. Il suo primo film che lo fece conoscere al grande pubblico, Risorse umane (1999), vinse numerosi premi fra cui il César per la migliore opera prima di fiction nel 2001.

Il Festival di Cannes ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Cantet, “il cui lavoro coerente e umanista disegna un cinema sensibile, sulla pelle e sulla superficie della società”, definendo La classe come un film “di sconcertante naturalismo”.

Il cineasta voleva descrivere il mondo e la sua complessità. Risorse umane raccontava lo scontro generazionale tra un padre operaio e suo figlio promosso manager delle risorse umane. Il successivo Un tempo pieno (2001), era ispirato alla vera vicenda di Jean-Claude Romandche si inventa un lavoro all'estero e uccide la famiglia per non rivelare il suo inganno. Verso il sudcontro Charlotte Ramplingraccontava le vacanze ad Haiti di donne mature che si scambiavano giovani locali disposti a prostituirsi.

Il trailer di “Foxfire – Ragazze cattive”





Nel 2012 ha diretto Foxfire – Ragazze cattivetratto dal romanzo Cattive ragazze di Joyce Carol Oates, sulle gesta di un gruppo di ragazzine protofemministe che, nella provincia americana degli anni 50, si vendicano delle umiliazioni subite dagli uomini fondando il gruppo segreto Foxfire. Il film è uscito in Italia con divieto ai minori di 14 anni, cosa che ha fatto infuriare il regista: “La commissione censura pensa che gli adolescenti italiani abbiano meno capacità di discernimento dei coetanei francesi, belgi, argentini o canadesi? In nessuno di questi Paesi il film è stato censurato”.

“Ritorno a L'Avana”: Laurent Cantet racconta Cuba





Nel 2014 ha vinto il premio Giornate degli autori a Venezia con Ritorno a L'Avana (Ritorno a Itaca), che racconta la vicenda di cinque amici riuniti su una terrazza all'Avana che ripercorrono le loro vite, indissolubilmente legate alla storia di Cuba. Tra loro c'è anche Amedeo, tornato in patria dopo 16 anni di esilio in Spagna. Nello spazio di una notte i cinque, tra bevute, risate balli e battibecchi, rievocano i sogni e le speranze di ieri e le disillusioni di oggi. La giuria presieduta da Diego Lerman aveva così giustificato il verdetto: “Con un luogo e un tempo delimitato, il regista riesce a realizzare un racconto emotivo e complesso su come affrontare i segreti del passato”.

Il regista francese stava lavorando a un progetto cinematografico, intitolato L'apprendistache sarebbe dovuto uscire nel 2025.



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