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Rai, il messaggio di Sergio e Rossi: “Non sapevamo della malattia di Di Mare”


I vertici della Rai non sapevano della malattia di Franco Di Mare. Lo hanno detto gli stessi RobertoSergioamministratore delegato, e Giampaolo Rossidirettore generale.

Di Mare, giornalista della tv pubblica ed ex direttore di Rai Tre, ha raccontato ieri alla trasmissione “Che Tempo che fa” di soffrire di un mesotelioma: tumore legato direttamente all'esposizione all'amianto.

'Lo stato di servizio' negato…

“Da inviato di guerra – ha raccontato Di Mare – ho respirato amianto. Sono stato a lungo nei Balcani. Ogni esplosione liberava nell'aria infinite particelle di amianto”. Ed è forse nel 1992 a Sarajevo che il giornalista ha iniziato a “respirare la morte”. Il tumore ha infatti un periodo di incubazione molto lungo, di vari decenni.

Dopo la diagnosi, Di Mare ha chiesto alla Rai “lo stato di servizio”: un documento utile a ricostruire i suoi spostamenti di lavoro per capire dove possa esserci stata l'esposizione sospetta. L'azienda, a detta del giornalista, l'avrebbe negato. Di Mare ha definito questo comportamento ripugnante.

E ora 'accordato'

Le parole di Sergio e Rossi, affidate all'ufficio stampa della Rai, fanno capire che lo stato di servizio ora verrà rilasciato: “L'ad della Rai Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi sono venuti a conoscenza solo ieri sera della drammatica vicenda di Franco Di Mare, al quale esprimono tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto”.

Le parole amare di Di Mare erano state rivolte ai vertici Rai del passato: “Si sono dileguati – ha detto – tutti i gruppi dirigenti, non quello attuale, ma quello precedente, quello precedente ancora. Io chiedo alla Rai lo stato di servizio che è un mio diritto, i posti in cui sono stato, così potevo provare a chiedere alle associazioni di categoria cosa fare sono spariti tutti”.

La natura professionale del tumore

Elisabetta Iannelliavvocata, vicepresidente di Aimac (Associazione italiana dei malati di cancro) e segretaria generale di Favo (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia), conferma le ragioni di Di Mare: “Il datore di lavoro non può ostacolare un dipendente nell'accertamento della causa del tumore che l'ha colpito”.

“Il mesotelioma – prosegue Iannelli – è uno dei pochi tumori professionali per i quali l'associazione con l'amianto è scientificamente provata. L'Inail potrà valutare quindi la causa di un tumore di natura professionale”.



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