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Real Ancelotti torna a Monaco per la rivincita: “Pochi pensavano di vedermi qui…”


Il Bayern lo esonerò nel 2017: “Provo ancota tanto affetto per Rummenigge ma l'obiettivo è la finale”

Giornalista

30 aprile – 00:07 – MILANO

“Pochi pensavamo che potessi fare anche questa conferenza stampa”. Ancelotti è sempre in vena di battute. Ieri voleva ricordare l'ultimo successo europeo (anche se ai rigori) sul City nei quarti. Torna a Monaco, dove fu licenziato. E spegne le fiamme: “Ho ricordi fantastici qui. È una città bellissima. Solo che la lingua non mi è entrata nel cervello. Sono stato fortunato ad allenare questa squadra. Avrebbe potuto durare un po' di più. Ma è stato un bellissimo momento Provo ancora tanto affetto per Rummenigge”.

VINCENTE

Contro il Bayern Ancelotti non ha mai perso. Negli 8 precedenti vanta 6 vittorie e 2 pari. Nelle eliminatorie è passato 3 volte su 3. Torna all'Allianz Arena dove ha allenato per 15 mesi fra il 2016 e il 2017, vincendo 2 Supercoppe e una Bundesliga. E lasciandosi male, a fine settembre 2017, dopo un ko in Champions col Psg di Mbappé, con i senatori dello spogliatoio tedesco contro. Sì, il Bayern porta bene da rivaleggiare con Carlo. Col Milan 2 successi nei gironi del 2002, e poi alzò la Coppa. Altre 2 qualificazioni vinte nel 2006 e 2007 con un'altra Coppa e una semifinale. E un precedente sempre col Real nella primavera 2014 contro il Bayern di Guardiola, annichilito 4-0 a Monaco in semifinale, con doppiette di Ramos e Ronaldo. E poi il trionfo nel derby a Lisbona. Insomma, 4 sfide e 3 campioni vinte per Carlo.

PENTITI

L'ultima volta però che ha guidato i tedeschi fu un addio. Sommerso 3-0 dal Psg. La notte stessa della debâcle i dirigenti Uli Hoeness e Rummenigge decisero di farlo fuori. Ha raccontato Hoeness: “Carlo aveva almeno 5 stelle contro, per questo dovemmo prendere un rimedio”. Già, in quel match col Psg lasciò fuori i mammasantissima: Robben, Ribery, Hummels e Boateng. Kalle anni dopo ha mostrato qualche pentimento: “Dopo il Psg Carlo capì subito la situazione e mi disse: 'Non sei più il mio capo, ma resterai mio amico'. Certo, avremmo dovuto aspettare ancora prima di licenziarlo”.

VECCHIETTI

Concorda Lewa, suo bomber ai tempi bavaresi, che alla Bild ha detto: “Se con Carlo avessimo superato quella fase difficile, sarebbe stato possibile creare un'era vincente”. A Carlo seguì Heynckes, una Bundesliga vinta, e poi altri cambi in panchina, almeno uno ogni 2 stagioni. E dire che Carlo era arrivato a Monaco con una missione: svecchiare la rosa. Chiamato dopo Guardiola, dall'alto delle sue 3 Champions vinte in panca Ancelotti aveva il palmares per imporsi. Xabi Alonso, 35 anni, e Lahm, 33, disputano con lui l'ultima stagione nel 2016-17. Robben ne aveva 33, Ribery 34, erano a fine carriera ma non volevano mollare. Il primo anno Carlo conquista il campionato a +15 sul Lipsia. Nella seconda stagione il Bayern parte con 4 vittorie e un pari in Bundesliga e un ko contro l'Hoffenheim, il 3-0 all'Anderlecht in Europa e la seconda Supercoppa. Javi Martinez, altro ex, ieri a Marca spiegava: “Mettere in dubbio le metodologie di Ancelotti è una stupidaggine, ha vinto ovunque. Non è vero che ci allenassimo di meno”. Di quella stagione a Monaco sono rimasti Müller e Coman.

PRECEDENTI

Con Tuchel Carlo ha uno score peggiore. In 9 sfide ne ha perse 4 (vinte 3), di cui 2 tra Dortmund e Bayern (ma vinse la Supercoppa 2017) e 2 tra Chelsea con Everton e Real, da cui il ritorno dei quarti di Champions 2022 (poi vinta), ma dopo un'andata trionfale a Stamford. Sul Bayern spiega: “Con l'Arsenal ha giocato due gare spettacolari ad alto livello. L'attacco è eccezionale. Come noi, hanno molta tradizione in Champions. Questo gioca un ruolo. Noi però abbiamo raggiunto le semifinali con lavoro, sudore e impegno . Possiamo giocare di nuovo una finale, è l'obiettivo”.





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