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La Columbia University sospende gli studenti che protestano per Gaza: a rischio semestre e lauree


New York – La Università della Columbia ha annunciato di aver cominciato a sospendere dal campus gli studenti che hanno deciso di non sgomberare l'area nonostante la scadenza dell'ultimatum. Chi è sospeso non potrà partecipare al semestre o, se è all'ultimo anno, laurearsi. Dopo un giorno di confusione all'università di Manhattanuna delle più prestigiose d'America, il via ai provvedimenti disciplinari segna un bivio per il board scolastico, alle prese da dieci giorni con le proteste pro-Gaza e contro Israele da parte di centinaia di studenti, personale scolastico ed esterni, che si sono uniti ai ragazzi. “Abbiamo iniziato a sospendere gli studenti – ha dichiarato Ben Chang, un portavoce dell'università – come parte del piano per garantire la sicurezza all'interno del campus”. Secondo il consiglio, soltanto gli studenti che hanno deciso di restare nell'accampamento verranno sospesi, mentre le altre centinaia che hanno partecipato alle proteste e sono andate via, non subiranno provvedimenti disciplinari.

Ore molto tese

Le sanzioni sono un tentativo di evitare l'irruzione della polizia e nuovi arresti tra i ragazzi accampati nell'area di fronte all'ingresso dell'università. Le ultime ore sono state molto tese. Con l'avvicinarsi dell'ultimatum, che scadeva alle 14, ora locale, le 20 in Italia, c'era la sensazione che potessero esserci nuovi scontri. Invece nel giro di due ore, prima delle 16, molti manifestanti hanno lasciato il campus e senza bisogno dell'intervento degli agenti. Dentro l'area sono rimaste un'ottantina di tende e decine di studenti.

(Reuters)

Fuori, un'altra decina di persone con indosso pettorine gialle e arancioni è rimasta a stazionare l'area per controllare che i manifestanti non subissero cariche della polizia. La situazione, al momento, sembra di nuovo sotto controllo, a due settimane dalla cerimonia della consegna dei diplomi di laurea, un evento che potrebbe convogliare molti manifestanti nell'area.

La protesta

Restano gli irriducibili. Sueda Polat, portavoce dei manifestanti, ha accusato l'università di non aver fatto significative concessioni alle richieste degli studenti, tra cui la principale: disinvestire dalle compagnie che hanno legami con l'occupazione di Israele a Gaza. La Columbia ha interrotto i negoziati. “Noi – ha detto Polat – non ci muoveremo da qui. Non ci faremo intimidire da questi tentativi di soffocare la protesta studentesca”. Elga Castro, 47 anni, docente associata al dipartimento di spagnolo al Barnard College, la scuola “sorella” della Columbia, ha vigilato l'area dell'accampamento. “Io – ha spiegato ai giornalisti – ho le mie idee su Gaza e sulla Palestina, ma sono qui principalmente per proteggere i miei studenti”. Castro non sa se anche i docenti che hanno partecipazione alla protesta saranno sanzionati.



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