Economia Finanza

Ue apre inchiesta su Facebook e Instagram per violazione del Digital Services Act



La Commissione europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, fornitore di Facebook e Instagram, potrebbe averlo violato Legge sui servizi digitali , la legge europea che protegge dalla disinformazione mirata e dalla manipolazione da parte di paesi terzi. Le presunte violazioni riguardano le politiche e le pratiche di Meta relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi. Riguardano anche la non disponibilità di un efficace strumento di monitoraggio civico e di monitoraggio elettorale in tempo reale di terze parti prima delle elezioni al Parlamento europeo, nel contesto della deprecazione da parte di Meta del suo strumento di analisi pubblica in tempo reale CrowdTangle senza un' sostituzione adeguata. Inoltre la Commissione sospetta che il meccanismo per segnalazione i contenuti illegali sui servizi (Notice-and-Action) così come i meccanismi di ricorso degli utenti e di reclamo interno «non siano conformi ai requisiti della legge sui servizi digitali e che vi siano carenze nella fornitura da parte di Meta».

Come funziona la procedura

La procedura aperta – spiega Palazzo Berlaymont – dalla Commissione europea si concentrerà su tre aree:

Pubblicità ingannevole e disinformazione: la Commissione sospetta che Meta non rispetti gli obblighi di Dsa relativi alla diffusione di pubblicità ingannevoli, campagne di disinformazione e comportamenti non autentici coordinati nell'Ue. La proliferazione di tali contenuti può rappresentare un rischio per il discorso civico, i processi elettorali ei diritti fondamentali, nonché per la protezione dei consumatori; – Visibilità dei contenuti politici: la Commissione sospetta che la strategia di Meta legata all”approccio ai contenuti politici”, che declassa i contenuti politici nei sistemi di raccomandazione di Instagram e Facebook, compresi i loro feed, non sia conforme agli obblighi della Dsa. L'indagine si concentrerà sulla compatibilità di tale politica con gli obblighi di trasparenza e di obblighi di trasparenza e di ricorso degli utenti, nonché con i requisiti di valutazione e mitigazione dei rischi per il discorso civico ei processi elettorali; – L'indisponibilità di un efficace strumento terzo di monitoraggio in tempo reale del discorso civico e delle elezioni in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo e di altre elezioni in vari Stati membri. Meta è in procinto di deprezzare “CrowdTangle”, uno strumento di public insights che consente il monitoraggio delle elezioni in tempo reale da parte di ricercatori, giornalisti e società civile. anche attraverso cruscotti visivi, senza un'adeguata sostituzione; – Il meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali. La Commissione sospetta che il meccanismo, che permette agli utenti di segnalare la presenza di contenuti di Meta, non sia conforme agli obblighi della Dsa. L'Ue ora attende che, “entro cinque giorni lavorativi”, Meta risponde ai rilievi della Commissione. L'avvio di un procedimento formale che autorizza la Commissione ad adottare ulteriori misure di esecuzione, come misure provvisorie e decisioni di non conformità. La Commissione ha inoltre la facoltà di accettare gli impegni assunti da Meta per porre rimedio alle questioni sollevate nel procedimento.

Vestager: corriamo il rischio di non credere a nulla

«Se non possiamo essere sicuri di poterci fidare dei contenuti che vediamo online, corriamo il rischio di finire per non credere a nulla. La pubblicità ingannevole rappresenta un rischio per il nostro dibattito online e, in ultima analisi, per i nostri diritti sia come consumatori che come cittadini. Sospettiamo che la moderazione di Meta sia insufficiente, che manchi di trasparenza negli annunci pubblicitari e nelle procedure di moderazione dei contenuti. Quindi oggi abbiamo avviato un procedimento contro Meta per valutare la loro conformità alla legge sui servizi digitali», ha inoltre affermato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager in merito all'apertura dell'indagine su Facebook e Instagram.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *