Economia Finanza

Scontri e centinaia di arresti: ancora caos nelle università. Biden: “No all'antisemitismo”


Le manifestazioni filo-palestinesi nei campus delle università americane continuano a scuotere gli Stati Uniti tra sgomberi, scontri e arresti, mentre Joe Biden rompe il silenzio e afferma che «le proteste pacifiche sono tutelate negli Usa, quelle violente e il vandalismo no». «Esiste il diritto di protestare, ma non esiste il diritto di provocare il caos» sottolinea il presidente Usa nel suo intervento più ampio dall'inizio del movimento studentesco pro-Gaza, rifiutando tuttavia l'idea di far intervenire la Guardia Nazionale per sedare alcuni delle dimostrazioni. «Come presidente tutelerò sempre il diritto alla parola, non siamo un regime autoritario dove mettiamo la gente a tacere, ma non siamo neanche un paese che non ha leggi» prosegue ancora Biden, ribadendo pure che «per l'antisemitismo e le minacce contro gli studenti ebrei non dovrebbe esserci spazio in America». Sul fronte delle dimostrazioni, a Los Angeles ci sono stati scontri notturni all'università Ucla, con la polizia che ha sgomberato l'accampamento nel campus rimuovendo tenda per tenda e arrestando decine di persone. Un video circolato sul web mostra gli agenti che caricano una catena umana di manifestanti e fondano le barricate create dagli studenti, usando anche cannoni sonori' e proiettili di gomma. Le forze dell'ordine hanno smantellato pure gli accampamenti all'Università del Texas e alla Fordham University di New York, arrestando decine di persone, mentre rimane complicata la situazione alla Columbia: circa 300 persone sono finite in manette martedì sera presso l'ateneo della Ivy League e il vicino City College. «La protesta è stata guidata da individui non affiliati all'università» ha spiegato il sindaco della Grande Mela Eric Adams. Alla Columbia, dopo la maggiore escalation mai vista nella risposta del college alle manifestazioni, è stato deciso di spostare tutte le lezioni e gli esami finali in remoto fino alla fine del semestre a causa delle preoccupazioni «sull'evoluzione della situazione». E in Congresso, la Camera ha votato per ampliare la definizione di antisemitismo del dipartimento dell'Istruzione, misura proposta proprio in risposta alle proteste filo-palestinesi nei campus con parte della classe politica americana che accusa i manifestanti di evocare slogan ostili a Israele. Il disegno di legge, adottato con un sostegno bipartisan, utilizza la definizione di antisemitismo proposta dall'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto, secondo cui «l'antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può manifestarsi nell'odio nei loro confronti. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell'antisemitismo prendono di mira individui ebrei o non ebrei e/o le loro proprietà, istituzioni e luoghi di culto». Per Donald Trump la colpa della situazione è di «estremisti e agitatori di estrema sinistra che stanno terrorizzando i campus». Nel paese sta avvenendo «una rivoluzione della sinistra radicale, dov'è Joe Biden? Il pericolo negli Usa viene dalla sinistra, non dalla destra» ha aggiunto. Mentre l'Iran è pronto ad accogliere gli studenti espulsi dagli atenei americani offrendo loro delle borse di studio per una delle più prestigiose scuole della Repubblica Islamica. Mohammad Moazzeni, direttore dell'Università di Shiraz, nel Fars, ha spiegato che «gli studenti e anche i professori espulsi o minacciati di espulsione possono continuare qui i loro studi».

E dagli Stati Uniti il ​​contagio arriva anche in Europa: la Francia mercoledì è stata bloccata dalle proteste, con i manifestanti scesi in strada a Parigi, ma anche a Lione, Marsiglia e Bordeaux, unendo le tradizionali manifestazioni sindacali del primo maggio alle proteste filo- palestinese.



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