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Strage di Fidene, Piantedosi e Crosetto chiamati a testimoniare al processo


Non è solo il processo a Claudio Campiti. Quella sulla strage di Fidene infatti è un'indagine che rivela le precarie condizioni di sicurezza di un poligono e la fallacia dei sistemi di controllo. Per questo motivo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e quello della Difesa Guido Crosetto sono stati chiamati a testimoniare.

Loro, i ministri, non hanno nulla a che fare con i fatti accaduti nel dicembre del 2022, quando Claudio Campiti, dopo aver rubato armi e risorse dal poligono romano di Tor Di Quinto, ha fatto irruzione nel dehor dove si riuniva il consorzio Valleverde uccidendo quattro donne – Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi, Fabiana De Angelis e Nicoletta Golisanoquest'ultima amica del premier Giorgia Meloni -e ferendo altre quattro persone. I ministeri da loro presieduti tuttavia, almeno secondo la corte d'Assise, qualche responsabilità potrebbe averla. E sono stati chiamati in causa come responsabili civili. Proprio come la sezione romana del Tiro a Segno Nazione.

Il sospetto è che due ministri con “compiti di pubblica sicurezza non hanno esercitato “il dovere di controllo e di vigilanza”, dice il giudice Paola Roja.

Avrebbero dovuto “esercitare i propri poteri”, vigilare su ciò che accadeva dentro il poligono di Tor di Quinto. Non è accaduto. E adesso oltre a Campiti ci sono altri due imputati: il responsabile del poligono e quello dell'armeria.

Si dunque si discute sulla prevenzione, sul controllo delle armi. Ed è in questo contesto che l'avvocato che assiste le vittime, Francesco Innocenti, ha chiesto e ottenuto che Piantedosi e Crosetto venissero chiamati testimoniare. Specialmente alla luce dei precedenti. Il sostituto procuratore Giovanni Musarò ha depositato infatti in aula le informative con cui i carabinieri riassumono due precedenti episodi. Nel 2010 un trentenne si suicidò nel bagno dopo aver noleggiato una pistola. E nel 2012 il socio del poligono Marcello Ventrella, detto “il londinese” presentò un certificato medico falso, rubò una 44 Magnum presa in affitto e rapinò un ufficio postale a Firenze.

Quindi, secondo l'avvocato Innocenti, occorre sentire i due ministeri per sapere “se erano a conoscenza dei pregressi”, “se erano disponibili pregressi di tipo amministrativo all'interno del tiro a segno nazionale di Roma o in generale a fronte di eventi che sono avvenuti in altre strutture sul territorio nazionale”.

Qualcuno sapeva ciò che accadeva al poligono di Roma? Sono stati presi provvedimenti? Sono queste le domande che gli avvocati vogliono porgere ai ministeri.

Il fatto è rilevante perché se le armi venissero consegnate sulla linea di tiro sarebbe impossibile rubarle. Ma questo, a quanto pare, a Tor di Quinto non accadeva. Così Campiti ha rubato una Glock dal poligono. “Aveva ritirato un'arma che sapeva usare bene…un altro caricatore con 13 colpi, 155 cartucce, 1 coltello a serramanico, 1 pugnale sub con cosciale calzato”, si legge negli atti. Elementi “sintomatici di un piano omicidiario organizzato nei dettagli”. Claudio Campiti “aveva pianificato non solo la commissione di diversi omicidi, ma anche una successiva fuga, verosimilmente all'estero”. La seconda parte del piano però non è riuscita. Campiti è stato arrestato.



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