Economia Finanza

Hamas cede sulla tregua a Gaza: “Ok all'accordo nelle prossime ore”


Le pressioni dei mediatori e la minaccia di Israele di attaccare Rafah entro la fine della settimana sembrano aver avuto il loro effetto. Il quotidiano palestinese Al-Qudsrilanciato anche dai media israeliani, ha riportato che Hamas annuncerà l'approvazione dell'ultima proposta cessare il fuoco e rilascio degli ostaggi nella giornata di sabato 4 maggio.

I l Tempi di Israele ha riferito che anche secondo il giornale saudita Asharq l'accordo è vicino e che i terroristi comunicheranno entro breve la loro risposta. Una fonte anonima dell'organizzazione palestinese ha affermato che il gruppo è disposto ad accettare la prima fase dell'intesa senza il ritiro delle truppe israeliane da Gaza perché convincere di avere ancora “le carte per un maggior potere riguardo all'identità di alcuni dei rapiti, soldati delle Idf ancora vivi”. Stando a quanto riportato dall'emittente Canale 12inoltre, Hamas avrebbe ricevuto dagli Stati Uniti sia garanzie su un completo ritiro delle forze dello Stato ebraico dalla Striscia entro 124 giornia completamento delle varie parti dell'accordo, sia la promessa che l'esercito di Tel Aviv non avvierà le operazioni a Rafa.

Stando a quanto emerso nel corso dei negoziati, l'ultima bozza d'intesa mediata da Washington, Egitto e Qatar prevederebbe tre fasi: durante la prima, lunga 40 giorni, dovrebbero essere liberati 33 ostaggi e le Idf dovrebbero ritirarsi da una parte dell'exclave; la seconda, dalla durata di 42 giorni, dovrebbe concentrarsi sugli accordi per un ritorno alla calma a Gaza e il rilascio degli ultimi rapiti durante gli attacchi del 7 ottobre; nella terza e ultima fase, anch'essa lunga 42 giorni, dovrebbero essere restituiti i corpi degli ostaggi morti nel corso dei mesi di conflitto. Nel quadro dell'accordo pare che sia anche previsto il ritorno dei civili sfollati nelle loro aree di residenza e la liberazione di centinaia di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane.

Su quest'ultimo punto, una fonte di Hamas citata da Canale 12 ha parlato di “compromessi raggiunti” sul numero di carcerati da rilasciare per ogni ostaggio israeliano. Attualmente, una delegazione dei terroristi si trova al Cairo per discutere degli ultimi aggiustamenti alla proposta. Secondo fonti di alto livello egiziano, i mediatori sarebbero pervenuti a “formula consensuale sulla maggior parte dei punti di disaccordo”. Se l'accordo di pace dovesse effettivamente concretizzarsi, però, le conseguenze per il governo israeliano potrebbero essere pesanti. Per mesi, infatti, il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la guerra non si sarebbe fermata fino alla “vittoria totalecontro i terroristi e che le Idf sarebbero entrate a Rafah “con o senza accordo”.

Posizioni, queste, fortemente sostenute dalla destra estrema che potrebbero togliere il suo supporto all'esecutivo.



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