Istruzione

La storia della docente che non mette voti: “L'errore non è più visto come una penalizzazione, ma come un'opportunità di apprendimento” – Orizzonte Scuola Notizie


Niente più ansia da voto, niente più giudizi numerici che pesano come macigni. All'Istituto Copernico Luxemburg di Torino, l'insegnante Ernestina Morello ha abolito i voti nelle sue classi, sostituendoli con un innovativo sistema di valutazione basato sul raggiungimento cognitivo.

“Posso assicurare che così in classe i miei studenti sono decisamente più felici”afferma Morello, docente di latino, italiano e geo-storia. “Un'emozione che ci permette di lavorare meglio e di essere più produttivi”.

Ma come funziona questo metodo? Invece di assegnare voti numerici, Morello utilizza delle tabelle con diversi parametri che misurano il progresso degli studenti. Ad esempio, la capacità di collegare un fatto storico al presente o di ricordare eventi precedenti. Ogni volta che uno studente raggiunge un obiettivo, viene segnato con una X sulla tabella.

Il metodo si adatta anche all'età degli studenti: nelle classi prime, le tabelle vengono utilizzate per tutto il quadrimestre, mentre nelle seconde si passa a un sistema di autovalutazione.

“Sono molto critico”dice Morello, in un'intervista al Corriere della Seraa proposito dei suoi studenti. “Si sono dati un voto loro e un altro lo hanno ricevuto dal resto della classe. L'errore diventa qualcosa che fa crescere”.

In questo sistema, l'errore non è più visto come una penalizzazione, ma come un'opportunità di apprendimento. Gli studenti si sentono liberi di essere giudicati non solo per le loro conoscenze, ma anche per le loro personali qualità.

Ovviamente non tutti sono d'accordo con questo metodo. La famiglia di uno studente ha chiesto di mantenere il sistema tradizionale dei voti, e alcuni colleghi di Morello hanno espresso il loro dissenso.

Tuttavia, la presidenza dell'istituto supporta l'iniziativa ea fine anno i voti in pagella vengono comunque assegnati, in conformità con la legge. Ma l'importante, sottolinea Morello, è che gli studenti hanno avuto un anno di tempo per imparare dai propri errori e crescere senza il peso del giudizio numerico.



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