Economia Finanza

No di Bibi: “Vogliono solo sabotarci”. Cresce il pressing per riavere i rapiti


La proposta di accordo di Hamas «è inaccettabile», ma una delegazione di Tel Aviv andrà comunque al Cairo nelle prossime ore per condurre «una valutazione sulla capacità dell'organizzazione di cambiare le sue posizioni», anche se un funzionario israeliano attacca: «I mediatori sono dalla parte di Hamas». La notizia è stata diffusa da «fonti riservate israeliane» ma già lunedì il gabinetto di guerra aveva definito l'offerta di intesa della fazione islamica «lontana dai requisiti necessari per lo Stato ebraico» con Netanyahu che ha rincarato la dose: «Volevano solo sabotare l'operazione a Rafah». Il negoziato è ancora in stallo e il tempo string. Ieri il portavoce delle brigate Al-Qassam Abu Ubaida ha annunciato che un'altra donna di 70 anni, Judy Feinstein, prigioniera a Gaza, «è morta per le gravi ferite riportate in un bombardamento dell'Idf». Sarebbe deceduta «in mancanza delle necessarie cure mediche a causa della distruzione degli ospedali nella Striscia da parte di Israele».

Mesi di diplomazia non sono riusciti finora a mediare una nuova tregua, come quella che ha portato al rilascio di 105 ostaggi a novembre. Le famiglie dei rapiti hanno protestato ogni settimana in tutto il Paese per chiedere al governo di accettare un accordo con Hamas per sospendere i combattimenti a Gaza e liberare i sequestrati. Anche lunedì sera le manifestazioni sono scoppiate a Gerusalemme e Tel Aviv dopo che il gruppo islamista ha dichiarato che la palla ora è nelle mani di Israele, e aver detto di aver accettato la proposta di cessare il fuoco.

Le pressioni sono incessanti. Le famiglie dei prigionieri a Gaza hanno esortato gli Stati Uniti e gli altri Paesi che hanno cittadini tra gli ostaggi a fare pressione su Tel Aviv affinché raggiungano un accordo con Hamas. In totale, 252 persone sono state strappate alle loro vite durante l'assalto del 7 ottobre, quando migliaia di terroristi di Hamas si sono imperversati nel Sud dello Stato ebraico e massacrato 1.200 esseri umani.

Un sondaggio pubblicato ieri suggerisce che la maggioranza degli ebrei israeliani ritiene più importante raggiungere un'intesa per il rilascio degli ostaggi piuttosto che portare avanti un'azione militare a Rafah.



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