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Oggi “Three Imaginary Boys” dei The Cure compie 45 anni


Quando si pensa ai Cura viene subito in mente la musica dark, e l'immagine di una ragazzina vestita di nero isolata, silenziosa e incompresa così sola da non riuscire neanche a notare l'altro ragazzino vestito di nero solo, silenzioso e incompreso.

Io conosco i Cura con “Boys Don't Cry”, me l'aveva messa in una cassetta un mio amico, come si usava fare in quel periodo, la compilation fatta in casa conteneva diverse band ma i Cura mi colpirono particolarmente e “Boys Don't Cry” fu per lungo tempo e lo è tuttora una delle mie canzoni da isola deserta.

Iniziò così il mio interesse per una band tra le mie preferite e per le quale finii per aspettare con impazienza ogni loro nuova uscita, interesse che durerà almeno fino a “Disintegration” e che mi spinse ad andarli a vedere nel formidabile live al Palasport di Modena ai tempi del Il giro dei baci.

“Three Imaginary Boys” è il loro album d'esordio del 1979, ma IL Cura Resteranno a lungo semi sconosciuti in Italia, almeno fino all'uscita di “The Head on the Door” accompagnato dal successo di “Close to Me” e dalla notevole rotazione del video, che li vedeva precipitare da una scogliera all'interno di un armadio , su ogni canale televisivo.

In questi anni che vanno dal 1979 al 1985, anno di uscita di “The Head on the Door”, IL Cura pubblicarono una serie di album che li incoronarono incontrastati re della musica dark e che trovarono in “Pornography” il loro capolavoro assoluto.

“Three Imaginary Boys” si discosta dai loro successivi lavori e, pur avendo nel songwriting alcuni semi di quello che i Cura diventeranno, è un album pienamente post punk, un lavoro che li accomuna ad altri artisti che poi modificheranno il loro stile come, solo per fare alcuni esempi, Metropolitana Esercito di Gary Numan o il notevole album punk di Adamo E IL Formicacon la z al rovescio, “Dirk Wears White Sox”, ma la lista potrebbe essere molto più lunga.

Nel cambiamento dei Cura avrà molto peso anche la sostituzione del bassista passando da Michael Dempseyenergico ed indipendente, a Simone Gallup più in linea con la strada oscura che prenderà la band.

Ad onore del vero Roberto fabbro che aveva avuto rapporti conflittuali con Michael Dempsey non ne avrà migliori con Gallup con il quale verrà alle mani in più di un'occasione.

“Three Imaginary Boys” non è un album molto amato da Roberto fabbro per un motivo preciso è tutto sommato comprensibile, fu tutto deciso dalla casa discografica è da Chris Perrygià scopritore dei IL Marmellata e Siouxie E IL Bansheenon lasciando alcuna decisione a nessuno, sia riguardo la scelta della scaletta dei brani sia a quella della copertina che Roberto fabbro detestava.

Iniziamo quindi proprio dalla scelta della copertina dell'album, che personalmente all'epoca e ancora oggi, non trovavo così orribile e che spinse molti a chiedersi chi fosse tra Fabbro, Dempsey e Tolhurst l'aspirapolvere, chi la lampada e chi il frigorifero.

Continuando con la scelta dei brani e sottolineando fin da ora che ci troviamo di fronte a un gran album e un grande esordio, bisogna comunque evidenziare come la presenza della cover di “Foxy Lady” di Jimi Hendrix cantata da Dempsey poteva tranquillamente essere evitata perché decisamente inutile, per intenderci “Hendrix Medley” dei Morbido Cellula ha una certa ragione di esistere e di essere pubblicata, questa direi proprio di no, ma nel complesso l'album ha brani molto interessanti e tutto sommato innovativi per l'epoca, cosa che venne riconosciuta da tutte le recensioni che ne accompagnarono l'uscita .

Il brano di apertura “10:15 Saturday Night” venne composto da Roberto fabbro a 16 anni per la sua prima band gli Facile Curamentre un sabato sera solo a casa osservava il rubinetto che gocciolava, insomma un sabato abbastanza deprimente, seguito da “Accuracy”, tra i brani che Roberto fabbro preferisce e che descrive in poche parole come si finisce a far del male pur amando, e “Grinding Halt” pezzo notevole sull'apatia e sul nichilismo, insomma quasi un “… non studio non lavoro non guardo la TV non vado al cinema non faccio sport” in pillole.

Resisto al tentativo di procedere track by track limitandomi a segnalarne sono alcune tra le quali “Subway Song” in stile Dream pop o meglio Nightmare pop visto il testo inquietante, mezzanotte solo nella metro mentre sai di essere seguito ma non hai il coraggio di voltarti, “So What” che avrebbe dovuto intitolarsi “Cheap Sex” con un altro testo, ma che Roberto fabbro registrò alticcio leggendo da una confezione di zucchero e improvvisando per il resto, “Fire in Cairo” che per quanto dica l'autore sembra raccontare un rapporto sessuale, e soprattutto “Three Imaginary Boys” la title track, la mia preferita e quella che preannunciava il futuro glorioso della band.

Sono passati tanti anni e per molti Roberto fabbro è una specie di vecchio amico con il quale è un piacere festeggiare il compleanno che ci ricorda il suo formidabile inizio.


Pubblicazione: 8 maggio 1979
Durata: 33:44
Tracce: 12
Genere: Postpunk
Etichetta: Documenti di narrativa
Produttore: Chris Parry

Lato 1

  1. 22:15 sabato sera – 3:41
  2. Precisione – 2:18
  3. Arresto della macinazione – 2:49
  4. Un altro giorno – 3:44
  5. Oggetto – 3:03
  6. Canzone della metropolitana – 2:01
Lato 2
  1. Signora Foxy (Jimi Hendrix) – 2:29
  2. Gancio di carne – 2:18
  3. E allora – 2:37
  4. Incendio al Cairo – 3:23
  5. Non sei tu – 2:49
  6. Tre ragazzi immaginari – 15:17
La cura
  • Robert Smith – voce, chitarra
  • Michael Dempsey – basso, voce
  • Lol Tolhurst – batteria
Produzione
  • Chris Parry – produzione, arrangiamento



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