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Patrick Zaki: “Netanyahu criminale di guerra: lo ribadisco e non mi scuso. Le università finanziano Israele coi soldi delle nostre tasse: inaccettabile”


BOLOGNA “Sono stato attaccato per averlo detto. Ma lo voglio ribadire: Netanyahu è un criminale di guerra. E non chiederò scusa per quanto ho scritto”. Ad affermarlo Patrick Zaki, attivista per i diritti umani, a Bologna per incontrare gli studenti pro-Gaza accampati in Ateneo. “Il Governo israeliano è la principale causa delle violenze e di quanto sta accadendo in Palestina”, aggiunge Zaki, secondo cui il premier israeliano “dovrebbe affrontare la prigione per quanto sta facendo”.

Zaki spiega poi che anche nel suo Paese, in Egitto, le manifestazioni studentesche a favore della popolazione di Gaza vengono controllate e spese sul nascere. “C'è molto controllo – dice Zaki -. 14 studenti finora sono stati arrestati e nelle Università non c'è la libertà di organizzare attività per la Palestina. Non è facile, è un vero rischio per la vita, sono davvero degli eroi a sostenere le ragioni Palestina”.

È in particolare l'università americana a Il Cairo che, essendo privata, ha più margini di manovra e “continua a combattere”, essendo di “ispirazione per altri Atenei”, sottolinea Zaki.

L'Alma Mater di Bologna e tutte le altre università italiane – si auspica inoltre – interrompano ogni collaborazione e accordo con realtà israeliane. “Non accetteremo che con le nostre tasse ei nostri soldi e le nostre attività si finanzia Israele e l'uccisione dei palestinesi. Non possiamo accettare oltre che la nostra università di Bologna, e anche le altre università, abbia collaborazioni e accordi con Israele”.

Secondo Zaki, anche il governo deve “prendere posizione. Sta continuando ad armare Israele, non possiamo accettare che i nostri soldi siano usati per uccidere i palestinesi. Anche il silenzio è complicità con questo crimine. Bisogna fermare tutto questo il prima possibile”. Zaki invita poi gli studenti a coordinarsi a livello nazionale, fino a portare queste istanze in parlamento. “Potete realizzare un vero cambiamento”, sostiene Zaki, che sollecita gli studenti a continuare a parlare di palestina. “Non voglio generalizzare – dice l'attivista – ma i giornali coprono solo una parte di quanto accade. Voi avete anche il ruolo importante di diffondere notizie sul genocidio in atto. Possiamo fare un vero cambiamento, bisogna fermare il genocidio. Continuate a parlare di quanto accade in Palestina”.



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