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Real Madrid-Bayern Monaco 2-1: Joselu con una doppietta porta Ancelotti in finale di Champions contro il Borussia


La mistica del Bernabeu tutto può, anche ricoprire di fatata magia un centravanti operaio di 34 anni preso in prestito per un milione (e il riscatto ne costa uno e mezzo, sapessi) da una squadra retrocessa, l'Espanyol, per tappare una piccola parte del buco enorme lasciato dalla partenza verso l'Arabia di Benzema. Joseluche è nato a Stoccarda da una famiglia galiziana di emigranti e dal 2012, dopo essere stato capocannoniere in terza serie con la squadra B del Real, al 2015 ha giocato in Germania con Hoffenheim, Eintracht e Hannover, è un bravo cristo da aree di provincia: ad Ancelotti sarebbe bastato che raccattasse qualche gol qua e là nelle settimane di Liga in cui avrebbe fatto riposare le stelle (e alla fine tra tutto ne ha fatti 17, di cui 5 in Campioni, oltre a cinque in nazionale, conquistata a 33 anni). Poi mercoledì sera, sullo 0-1, s'è sentito perduto e l'ha buttato in campo a 10' dalla fine al posto di Valverdequando al Bernabeu già suonavano le campane a morto e il Bayernin vantaggio da metà ripresa con un gran gol di Davies, si sentiva pronto a offrire al Borussia Dortmundnello stesso posto e alla stessa ora, la rivincita della finale di Wembley del 2013, che i bavaresi vinsero senza troppo meritarselo anche se quella squadra, guidata in panchina da Heynckes e trascinata in campo da Robben e Ribéry, quell'anno centrò il triplete giocando un calcio sontuoso..

«la cronaca della partita»

La carta di Neuer

Il Real s'è invece conquistato la diciottesima finale della sua storia incredibile (ne ha vinte 14, finora) giocando a modo suo, cioè non con la grandezza della bellezza ma con lo spirito dei grandi, con quell'anima immortale e la spinta del tifo del Bernabeu, continuamente fomentato ad ampi gesti dai giocatori perché sentivano di avere bisogno di qualcosa di trascendente per inchiodare il Bayern, che aveva superato i momenti difficili (c'è stato un palo di Vinicio nel primo tempo) affidandosi a un paio di parate sopra le righe di Neuer, che però s'è incredibilmente impappinato al momento buono (88'), facendosi scappare un tiro innocuo di Vini che il centravanti delle aree povere si è trasformato in gol con l'intuito e la prontezza (la classe la lascia gli altri). Fino a un attimo prima il Bayern stava controllando gli eventi, ma come dice Ancelotti (che, in quanto a finali, si sciropperà la sesta), quello stadio penna, penna (spinge, spinge) e al primo minuto dopo il 90' ha spinto un altro pallone sul piede proletario di Joselu (assist elegante del rude Rudiger, per dire), l'uomo meno prezioso tra tutti quelli in campo, se il valore si misura in milioni. Ma se è una condizione dello spirito, è uno dei più ricchi. Per completare il quadro, proprio all'ultimo l'arbitro Marciniak ha fermato il gioco prima che De Ligt segnasse il 2-2 per un fuorigioco che non c'era: il Real è anche questo, il Bernabeu è anche questo.



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