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Richard, Venus e Serena Williams, la storia vera della famiglia che ha cambiato il tennis


È il 1990 quando sulle riviste specializzate del tennis confronta la storia di un padre che mostra due spinacini di 9 e 10 anni con le perline nei capelli e lunghe gambette sottili. Dice qualcosa del tipo: «Ricordatevele, le rivedrete in cima alla classifica mondiale del tennis». Foto e affermazione insieme si fanno notare e in qualche modo trovano ascolto: un po' perché le ragazzine sono nere, cresciute a Compton, uno dei sobborghi più violenti e degradati di Los Angeles e come si dice nel gergo dei media hanno “una bella storia” ”. Un po', di più, perché quell'affermazione sicura e sfrontata sa di sbruffonaggine fuori misura. Il tennis non è la pallacanestro, che negli slumb dei sobborghi americani si impara – come il calcio del Brasile sulla spiaggia di Bahia – nelle strade, dove un parco giochi e un canestro male in arnese non si negano a nessuno. Il tennis è ancora, a quell'epoca più di ora, uno sport elitario, di circoli esclusivi, di gesti e di benestanti bianchi in cui si fa l'inchino ai duchi di Kent uscendo dal centrale di Wimbledon. I neri entrati nella storia del tennis tra circuito maschile e femminile si contano nel 1990 sulle dita di una mano scarsa: Athea Gibson, cinque titolo slam prima degli anni Sessanta quando ancora l'era Open era di là da venire, Arthur Ashe, vincitore di tre slam tra il 1968 e il 1975 e Yannik Noah campione a Parigi nel 1983, Zina Garrison in finale a Wimbledon giusto quell'anno.

Tutte le foto del servizio sono Reuters

UNA STORIA INIZIATA PRIMA DELLA LORO NASCITA


La storia di Venus e Serena Williams, stando a come la racconta il padre Richard, che è un buon narratore venditore (e forse dicono i maligni dell'epoca) di storie incomincia ben prima del 1990. Corre l'anno 1979 Richard Williams vede in Tv consegnare alla tennista romena Virginia Ruzici un assegno da 40mila dollari, fa due conti e si rende conto che la ragazza ha portato a casa in pochi giorni parecchio più di quanto il suo lavoro impiegatizio gli renda in un anno. E maturazione un'idea: far nascere altri figli e farne tennisti, per dar loro nella vita le opportunità che a lui, nero nato in Louisiana in un contesto di forte discriminazione razziale, da una madre severa, raccoglitrice di cotone che per toglierlo dal rischio di cominciare a vivere di espedienti l'ha messo un giorno su un treno a cercarsi un'altra vita, sono mancate. Richard, che stima sua madre che ha cresciuto 5 figli con un padre assente, impara che la vita è una faccenda tosta, che non ti regala niente. Quando l'idea gli maturazione in testa compera una racchetta da tennis si procura una macchina sparapalline e impegna il suo tempo libero su quel campo per imparare e intanto concepisce due figlie: Venus che nasce nel 1980 e Serena di 15 mesi più piccola.

IL GHETTO CERCATO

È il 1983 quando Richard decide che la famiglia dal Michighan, posto relativamente tranquillo, si deve spostare in quello che lui chiama “Il ghetto”, a Compton, periferia disastrata ostaggio di bande giovanili: è lì che vuole che crescano le sue due future campionesse : «Abituate ad appiattirsi per terra se si spara», non avranno certo paura di una pallina che arriva veloce o di una partita che si può perdere. E proprio per una pallottola vagante morirà una loro sorella maggiore, rimasta a Compton nel 2003. Venus e Serena hanno circa 4 anni – loro non ricordano esattamente – quando le porta al campo: raccolgono palline agli ai grandi, mentre aspettano il loro turno per il quale il padre a volte deve far loro largo con le spicce, a proteggerle c'è una delle bande locali, una di quelle dure i Crips. Nel frattempo ha scritto un piano, decine di pagine in cui programma tutto per bene: non solo il tennis, ma anche l'educazione delle sue piccole stelle. Ripete che ci vuole equilibrio: dice che nella scala di valori che mette in testa alle bambine vengono nell'ordine: Dio, la famiglia, l'educazione, gli affari e solo dopo il tennis. Documenta tutto quello che fa, ha una piccola telecamera in cui filma gli allenamenti ma in cui anche insegna loro a rispondere alle domande, in vista delle campionesse che saranno. Le allenarsi ad avere fiducia in sé stesse, a crederci sempre. Sua moglie Oracene lo segue in questo piano. Ma in quei filmati non sembra esserci soprattutto nelle fasi di allenamento il clima teso dei racconti di tanti padri padroni del tennis, dei quali padre Agassi rappresenta, dopo l'uscita di Aprire, autobiografia di André Agassi, l'antonomasia. Sorridono le bambine mentre si allenano, sembrano divertirsi a giocare e Richard ha un modo incoraggiante non astioso di correggere.

IL SALTO DI QUALITÀ

Imprenditore convincente e caparbio, quando Venus ha 10 anni decide che è ora di fare il salto di qualità e di cambiare passo. La famiglia Williams si trasferisce in Florida, papà Williams bussa alla porta della Rick Macci Academy di Boca Raton, Macci è uno dei migliori allenatori sulla piazza giovanile americana, capisce di avere del talento tra le mani al punto che accetta di allenare gratis le due ragazzine in cambio di una percentuale sui guadagni futuri: ci rischia su parecchi soldi trova un lavoro al loro padre, dà una casa alla famiglia e lavora con le due ragazzine che quando ci sono dei punti in palio fosse anche nel corso di un allenamento si trasformano, affamato di risultati. Ma il padre non vuole darle in pasto ai circuiti giovanili, dove ci sono genitori assatanati, le vuole crescere da professioniste per farle debuttare a tempo debito nel tennis che conta, nel frattempo le protegge, a costo di litigare con i giornalisti se capisce che una domanda di esporle in un modo che rischia trova improprio per due bambine ancora in crescita, di minare la loro fiducia. Intanto però ne ha fatte dei personaggi prima ancora di cominciare: una pressione enorme che il mondo esterno e pure il mondo del tennis, che hanno visto tanti piccoli tennisti fabbricati a tavolino bruciarsi in fretta e male, guarda con sospetto.

IL PROFESSIONISMO

Una pressione che però Venus Williams il 31 ottobre del 1994 alla sua prima uscita sul circuito professionistico, privata di un solo punto in classifica, riesce senza problemi sconfiggendo il numero 57 del mondo. Ha 14 anni appena, corre tanto, picchia forte e sul campo ha tutta l'aria di divertirsi. Le serviranno tre anni per far maturare e mostrare quello che davvero vale arrivando in finale all'Us Open a 17 anni. Nel frattempo il tennis mondiale guarda la famiglia Williams, i suoi modi schietti, la sua sicurezza che nel padre talvolta pare sicumera e nella figlia una fiducia in sé priva di timidezze apparenti, come un corpo estraneo: c'è qualcosa di sanguigno in quel modo di giocare cui non sono abituati. Quando al circuito si affaccia anche Serena che brucia le tappe più di Venus e nel 1999 arriva a vincere quell'Us Open ad appena 18 anni che sarà solo il primo della più lunga scia di Slam della storia del tennis, la novità è ancora più evidente .

Guardate con sospetto


Quel padre che contratta con sfrontatezza cifre da capogiro agli sponsor, che non mostra né la diplomazia né l'aplomb cui il tennis è abituato, che parla fuori dai denti e si esalta, finché non viene il momento di saltare tutti sul carro delle vincitrici, è visto e raccontato con sospetto: ci si interroga se non sia un manipolatore, se non le abbia spinte troppo presto, se non trucchi per caso anche le partite in cui le due giocano l'una contro l'altra, dove nessuna delle due rende come capita quando di là dalla rete c'è qualcun altro. A quell'accusa, infamante, quando arriva a insinuare il trucco nei grandi tornei, Venus replica offre a nome della famiglia e il padre spiega che forse ha solo fatto bene il genitore se due sorelle non trovano naturale prendersi cura di pallate in campo semplicemente perché si vuoi bene nella vita. La questione esplode brutalmente a Indian Wells nel 2001 quando Venus si ritira prima della semifinale con la sorella, ufficiale per infortunio: ne fa le spese Serena. Quando scende in campo per la finale il pubblico inscena una bolgia infernale di buu e di fischi, l'ingresso sugli spalti del padre e di Venus è accolto con una pioggia di improprii, che il padre non esita a definire razzisti. A quell'epoca Venus è numero 3 al mondo, Serena numero 7 e in quel fortino bianco in mezzo al deserto l'America sta fischiando a più non posso due cittadine americane e tifando per la giovane tennista belga Kim Clijsters. Le sorelle boicotteranno il torneo per 15 anni. La famiglia Williams è ingombrante per il tennis, ma lo sta cambiando malgrado il tennis: la storia è davvero andata come diceva papà Richard su quelle prime copertine del 1990. Non solo le abbiamo viste davvero per decenni in cima al mondo, e se è vero che Venus a vent'anni è diventata la prima numero uno nera della storia con cinque titoli a Wimbledon in carriera, Serena con la sua potenza e la sua fame è diventata la più forte tennista che la storia abbia annoverato: 23 slam lei sola. I quarantamila dollari che il padre aveva sognato sono diventati per Venus 49 milioni e rotti in soli premi e 94 per Serena, senza contare gli sponsor.

COMUNQUE LA SI GIUDICHI UNA STORIA DA OSCAR

Del tennis le due hanno cambiato anche l'immagine: l'altezza di Venus, 1,85, il peso della sua palla, l'agilità della sua corsa hanno dato impulso a un modo diverso di giocare; Serena con la sua fisicità dirompente, che non ha mai nascosto dietro il vestire classico che piaceva alla vecchia guardia, ha rappresentato molto più del riscatto del suo quartiere come voleva suo padre quando diceva: voglio che quando le vedono i ragazzi di Compton pensino che anche tutti possiamo arrivare se ci mettiamo l'anima. Serena è la bimba che aveva 10 anni scarsi quando davanti a una telecamera a chi le chiedeva a quale giocatrice voleva somigliare con un sorriso disarmante e la fessura tra gli incisivi superiori ha risposto scuotendo le perline tra i capelli: «Vorrei che un giorno volessero essere vieni da me». Detto fatto. Hanno provato per decenni a chiedere alle sorelle Williams quanto ingombrante fosse quel padre ma hanno sempre risposto solo che erano contente di lui. Che era il padre che desideravano. E che ha insegnato loro a divertirsi giocando ea non sprecare il denaro guadagnato, perché troppi sportivi finiscono sul lastrico. Resterà forse un padre controverso, non sapremo mai davvero se quell'ossessione di pianificare sia stata giusta, se sia giunta e quanto a prevaricare e quanto abbia passato il limite. Nessuno nemmeno chi ha vissuto quella vita avrà mai la controprova. Ma nessuna delle due figlie lo ha mai rinnegato neanche per un istante e Serena che ha lasciato il tennis nel 2022 ha dimostrato di tornare a vincere da mamma dopo la nascita Olympia nel 2017 e nel 2023 ha dato alla luce Adira. E se i risultati un po' contano le ragazze dal ghetto al vertice del mondo il loro riscatto lo hanno avuto. E mamma Oracene, anche se da Richard si è poi separata, non ha mai mancato una partita delle figlie.

La storia in prima Tv su Canale 5 l'8 maggio 2024 è diventata nel 2021 un film intitolato Una famiglia vincente – King Richard con Will Smith nel ruolo di Richard Williams per cui ha vinto l'Oscar come attore protagonista.





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