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Ucraina, ora anche Zelensky arruola i detenuti, ma no a stupratori, omicidi e trafficanti


Il Parlamento ucraino approva una legge che permette ai detenuti di arruolarsi nell'esercito, per aumentare il numero di soldati chiamati a far fronte all'invasione della Russia. A differenza di quello che succede in Russia, la legge esclude dall'arruolamento i condannati per crimini gravi – che includono stupro, omicidio, traffico di droga e tradimento. Inoltre devono mancare meno di tre anni alla fine della pena. Da questa possibilità sono esclusi alcuni parlamentari e alcuni funzionari del governo finiti in prigione per corruzione, perché in queste settimane una campagna popolare ha chiesto rassicurazioni: i politici colpevoli non potranno usare la nuova legge come scappatoia. La norma però non esclude molti altri, come giudici e poliziotti corrotti, che gli ucraini scontenti non volevano vedere di nuovo in libertà.

Requisisco

I detenuti ucraini che hanno i requisiti devono chiedere alla corte che li ha condannati l'autorizzazione ad arruolarsi e poi partiranno soldati fino alla fine della mobilitazione – e questo secondo la legge marziale in vigore dal febbraio 2022 vuol dire: fino alla fine della guerra, quando verrà. Se nel frattempo commetteranno altri reati finiranno di nuovo in prigione. Il serbatoio di carcerati che potrebbe rispondere conta circa ventiseimila uomini ei parlamentari che hanno firmato il disegno di legge sperano di trovare così tra i diecimila ei ventimila volontari. Si tratta di una misura che accompagna la legge sulla mobilitazione che ad aprile ha abbassato l'età per l'arruolamento da ventisette a venticinque anni. L'esercito ucraino conta più di un milione e centomila soldati e di questi trecentomila sono al fronte. In teoria sono sufficienti per tenere le posizioni, ma dopo ventisei mesi di invasione i militari ucraini hanno bisogno di un cambio e di rotazioni più leggere.

Giorni fatidici

I giorni fatidici compresi tra il 7 maggio, giorno del giuramento di Putin per il suo quinto mandato da leader della Russia, e oggi 9 maggio ricorrenza della vittoria dell'Unione sovietica contro il nazifascismo stanno passando senza – per ora – una delle sorprese volute dal Cremlino. Non c'è stata la conquista di Chasiv Yarla piccola città al centro di una battaglia durissima nel Donbass, ed è fallito il piano dell'intelligence russa – denunciato dall'Sbu, il servizio di sicurezza interno dell'Ucraina – per uccidere il presidente Zelenskyjil direttore dei servizi militari Kirilo Budanov e anche il direttore dell'Sbu Vasyl Malyuk. Le spie russe avevano arruolato due colonnelli dei servizi ucraini, che si erano già procurati droni esplosivi da lanciare contro Budanov se fosse uscito illeso da un edificio che sarebbe stato colpito da un missile russo. Un secondo missile avrebbe poi cancellato le tracce.

L'Ue e gli extraprofitti

A Bruxelles l'Unione europea ha raggiunto un accordo che le permetterà di appropriarsi degli interessi dei beni congelati della Russia – quindi non dei circa duecentodieci miliardi di euro congelati nei Paesi europei, ma degli interessi che generano, circa tre miliardi ogni anno – per sostenere l'Ucraina. Il novant per cento sarà trasformato in aiuti militari e il dieci per cento sarà destinato alla ricostruzione del Paese. Gli ambasciatori dei Ventisette hanno approvato la proposta fatta dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell, il 20 marzo. Dal punto di vista legale, l'Unione sostiene che quei proventi non appartengono alla Russia e non fanno parte dei suoi beni congelati, perché molti considererebbero un'aggressione diretta ai beni russi all'estero come un precedente pericoloso.



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