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Oggi “Now I’m A Cowboy” dei The Auteurs compie 30 anni


Che strana la vita. Stavo per mettermi ieri a scrivere di questo disco ed ecco la notizia della scomparsa di Steve Albini. Pare non esserci un senso in quello che dico e invece c'è, visto che il buon Stevenella sua lunga carriera ha avuto modo di incrociare i Gli Autori nella realizzazione del loro terzo album “Afeter Murder Park”, proprio il disco che venne dopo questo “Now I'm A Cowboy” che invece vede come produttore il più morbido e raffinato Phil Vinall.

IO Gli Autori guidati dalla penna sarcastica e sprezzante di Luca Haines hanno ben fatto parlare di sè con l'esordio “New Wave” e quindi era tempo di confermare che tutte le belle parole spese per quel disco sono un reale fondamento. Non dimentichiamo che addirittura i Gli Autori Erano stati messi, dalla stampa britannica, in prima fila nella 'controrivoluzione made in UK' alle chitarre grunge e quindi una certa attesa c'era, eccome.

UN Luca Haines viene lasciata, dalla casa discografica, una buona libertà di manovra, con l'unico obbligatorio di tirar fuori almeno un paio di singoli decisamente radiofonici, cosa che farà alla grande con il taglio rabbioso e aggressivo di “Lenny Valentino” e poi con la raffinata e melodrammatica “New Frech Girlfriend”, in cui ancora compare una bella chitarra ruvida e glam.

Haines non abbandona la strada elegante e suggestiva dell'esordio e porta avanti, potenziandole musicalmente, quelle suggestioni amare e decadenti, imbevute di polvere di stelle ormai spente. Una onda barocca e mai banale, con Bowie a fare da linea guida, senza dimenticare la preziosa lezione di Marc Bolan: il suono si fa ricco, prodotto in modo chiaro e limpido e ben arrangiato grazie all'uso degli strumenti ad arco, ma la band non dimentica per strada le distorsioni chitarristiche (“Storia moderna”), che ben si accompagnano a momenti più dolci e poetici, in cui la pulizia della chitarra è spesso accogliente (“The Upper Classes”).

Niente male anche la semplicità pop di “Chinese Bakery” e l'intensa “Undergound Movies” che gioca la sua tazza partita nel dialogo tra piano e violoncello.

Quasi avessi preso spunto dal nostro Verga, Haines non racconta certo dei vincitori, ma con la sua solita disillusione va ad accendere i riflettori sui vinti, in un disco che si dimostra degno successore e continuatore delle tematiche e del suono dell'esordio, prima della “rottura” operata dall'arrivo di Albini con il terzo album.

Pubblicazione: 9 maggio 1994
Studio: Residenza, Protocollo, Milo
Genere: Rock alternativo, indie pop, pop barocco
Lunghezza: 41:42
Etichetta: Capanna
Produttore: Phil Vinall, Luke Haines

Elenco tracce:

Lenny Valentino
Frutto dell'ingegno
Sono il giocattolo di un uomo ricco
Nuova fidanzata francese
Le classi superiori
Panetteria cinese
Una sorella come te
Film sotterranei
Classi di vita/Modello di vita
Storia moderna
Figlia di un bambino



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