Viaggi

L’altra faccia di Istanbul: tre luoghi da non perdere sulla sponda asiatica della megalopoli


Üsküdar, tra hammam e moschee

Il traffico nella piazza centrale di Üsküdar, sul lungo Bosforo (foto di Gabriele Meoni)

La prima tappa è la più facile da raggiungere perché si trova proprio di fronte al ricco quartiere di Beskitas, famoso per gli splendidi palazzi dei Sultani che qui si trasferirono dal Topkapi nel XIX secolo. Adagiata sul Bosforo nel punto in cui lo Stretto è più stretto, parlando stiamo di Üsküdar, Scutari in italiano. La piazza dove approda il battello è il miglior biglietto da visita: due splendide moschee storiche troneggiano in mezzo al traffico e al brulicare dei passanti. Il consiglio è di percorrere la via pedonale lungo il Bosforo in direzione sud, in quella che è una delle più belle passeggiate della città: pochissimi i turisti, la via costeggia il Bosforo fino al punto in cui fronteggia la storica Torre di Leandro, un' isolotto a pochi metri dalla costa dove un selfie è d'obbligo.

Üsküdar è anche una ottima destinazione per provare l'esperienza degli hammam: qui sono ancora autentici, frequentati soprattutto da turchi, meno sfarzosi e nobili di quelli di Sultanahmet ma più “veri” . I locali sono un po' dati ma proprio per questo esercitano un grande fascino, il personale – rigorosamente separato tra uomini e donne – si prende cura dell'ospite occasionale come se fosse un cliente abituale e alla fine del bagno bollente nei vapori ci si può concedere un massaggio tonificante. Per finire viene servito un rigeneranteil tè caldo che i turchi sorseggiano nel classico bicchierino a qualsiasi ora del giorno e della notte e che rappresenta la bevanda nazionale molto più del caffè.

La moschea più grande della Turchia

Camlica Camii, la moschea più grande della Turchia inaugurata nel 2019 (foto di Gabriele Meoni)

Proprio sopra i tetti di Üsküdar, risalendo la collina per qualche chilometro ci si imbatte nella Camlica Camii, la moschea più grande della Turchia, uno dei simboli della grandezza di Erdogan, che l'ha inaugurata nel 2019 dopo sette anni di lavori e un costo di oltre 100 milioni di dollari. Uno dei tanti mega-progetti voluti dal presidente ma sorti tra le polemiche per l'enorme dispendio di risorse pubbliche in un'economia fragile e troppo spesso in balìa di crisi valutarie e iper-inflazione. Progettata da due architette, definirla una moschea è riduttiva: ospita un museo, una biblioteca, una galleria d'arte, una sala conferenze e molto altro.

Disposta su più livelli, ci si potrebbe passare una giornata intera a girovagare tra i suoi meandri. Può ospitare oltre 60mila persone (100mila in caso di emergenza terremoto, è stata costruita con criteri anti sismici) e in effetti la prima sensazione che si prova al suo ingresso è di un immenso vuoto. Le dimensioni fuori dalla norma – la cupola alta 72 metri, i sei minareti che a Istanbul possono vantare solo la Moschea Blu – i pilastri, i tappeti, i finestroni: tutto è gigantesco. Anche qui i turisti si contano sulle dita di una mano. E' un luogo dei turchi, di preghiera e raccoglimento ma anche di ritrovo e di comunità, dove i bambini possono giocare liberamente al riparo dal traffico infernale della città.

Kadiköy, il quartiere asiatico più occidentale

Un bar di Kadiköy con uno dei tantissimi gatti che popolano Istanbul (foto di Gabriele Meoni)

Ironia della sorte, il quartiere più occidentale di Istanbul si trova a Oriente. A Kadiköy, proprio di fronte alla Sultanahmet dei monumenti eterni di Costantinopoli, si entra in un altro pianeta, anche qui senza orde di turisti, che colpisce a prima vista per la somiglianza con il nostro mondo.



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