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Oggi “Weezer (Blue Album)” dei Weezer compie 30 anni


E se Fiumi Cuomo – cantante, chitarrista solista e autore unico di praticamente tutti i brani mai prodotti dai Weezer ““ in realtà non fosse nient'altro che un alter ego di Kurt Cobain? Qualche anno fa questa leggenda metropolitana, una delle più bislacche e inverosimili di tutta la storia del rock, iniziò a rimbalzare sui forum di mezzo mondo come una scheggia impazzita. Su Reddit se ne trova ancora qualche traccia: dibattiti, confronti tra fotografie e prove inconfutabili per dimostrare una “verità” troppo a lungo taciuta.

Secondo i sostenitori di questa delirante tesi il frontman dei Nirvana, sempre più recalcitrante alla fama, nel lontano 1992 avrebbe deciso di ristabilire una sanità mentale quanto mai in bilico cercando rifugio nella scena underground losangelina. Un modo come un altro per ritrovare gli stimoli, lontano mille miglia dagli odiatissimi riflettori. Neanche fosse una sorta di Clark Kent del grunge, a Cobain furono sufficienti un parrucchino a scodella e un paio di occhiali dalla montatura spessa per trasformarsi in un baleno nello sconosciuto Fiumi Cuomoun ragazzo timidissimo e poco appariscente cresciuto in una sperduta comunità di hippie fondata da un santone dello yoga ““ un racconto chiamato Swami Satchidananda ““ nella ridente cittadina di Pomfret, nel Connecticut.

Si tratta di una storia talmente ridicola da far sembrare credibile persino la ben più nota teoria sulla presunta morte di Paul McCartney, che almeno si basa su qualche argomentazione leggermente più solida”…se così si può dire. Eppure, da inguaribile complottista quale sono, per me è impossibile negarne il fascino. Perché, in fin dei conti, un'ombra della pesantissima eredità di Kurt Cobain nell'album di debutto dei Weezer c'è.

L'appello melodico, il suono massiccio e saturo delle chitarre e una nota di indolenza sul fondo sono tutte caratteristiche riprese direttamente da “Nevermind”, un disco per il quale Cuomo ha nutrito e nutre tuttora una vera e propria venerazione: lo dice chiaramente in una canzone del 2008 intitolata “Heart Songs”. Ridurre una delle opere “” voglio esagerare – più importanti e belle dell'alternative rock degli anni Novanta a una specie di riuscitissima scopiazzatura del capolavoro dei Nirvana sarebbe però assolutamente falso, oltre che ingeneroso.

Anche perché nelle dieci tracce contenute in questo esordio tinto di blu c'è molto di più: la semplicità del punk di scuola Ramonesl'orecchiabilità contagiosa del power pop di Elvis Costellola spensieratezza della musica leggera degli anni Cinquanta e Sessanta e, ultimo, ma non per importanzal'energia dell'hard rock dei Bacio, autori di quel “Rock And Roll Over” che, per un Cuomo neanche adolescente, fu una vera e propria epifania; una folgorazione sulla via della chitarra elettrica.

Per troppo tempo il contenuto del “Blue Album” è passato in secondo piano rispetto ai due straordinari videoclip tratti dai classiconi “Undone – The Sweater Song” e “Buddy Holly”, entrambi diretti da uno Spike Jonze alle primissime armi. Non me la sento di biasimare chi, ancora oggi, di tanto in tanto fa una capatina su YouTube (o mette su il CD-ROM di Windows 95, se è amante dell'informatica vintage) per godersi il Weezer esibirsi sul palchetto dell'Arnold's di “Happy Days” o circondati da un'orda di simpaticissimi cagnoloni.

In occasione di questo venticinquesimo compleanno, tuttavia, vi invito a riascoltare interamente l'opera ““ dall'arpeggio country folk che apre la vivacissima “My Name Is Jonas” al monumentale giro di basso che chiude in maniera magistrale gli otto epicissimi minuti di “ Solo nei sogni”. è l'occasione giusta per riscoprire e innamorarsi nuovamente degli irresistibili ritornelli di “No One Else” e “Surf Wax America”, della malinconia dal gusto emo di “The World Has Turned And Left Me Here”, del riff simil-hendrixiano di “ Say It Ain't So” (per non parlare dell'assolo, da brividi lungo la schiena), della nostalgia di “In The Garage” e delle sorprendenti armonie vocali nel bridge di “Holiday”: una gioia per le orecchie.

Poco importa che si tratti di roba vecchia ormai di un quarto di secolo: il “Blue Album”, almeno per quanto mi riguarda, rappresenterà sempre una piccola isola felice dell'alt rock; giusto per restare in tema, un garage stracolmo di bei ricordi, nel quale andare a nascondermi ogni volta che mi sento demoralizzato ““ ea demoralizzarmi più di tutti al giorno d'oggi è proprio Fiumi Cuomo, autocondannatosi a una mediocrità al limite del comprensibile. Meglio non pensarci.

Weezer “” “Weezer (album blu)”
Dati di pubblicazione: 10 maggio 1994
Tracce: 10
Lunghezza: 41:26
Etichetta: Record della DGC
Produttore: Ric Ocasek

Elenco tracce:
1. Il mio nome è Jonas
2. Nessun altro
3. Il mondo è cambiato e mi ha lasciato qui
4. Amico Holly
5. Disfatto – La canzone del maglione
6. Cera da surf America
7. Di' che non è così
8. Nel garage
9. Vacanza
10. Solo nei sogni



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