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La democrazia si difende votando



«Dobbiamo riflettere collettivamente su quali prospettive future vogliamo garantire e su come intendiamo affrontare le sfide di vasta portata che ci attendono. Come presidenti della Repubblica, chiediamo ai nostri cittadini di prendere parte a questa decisione e di andare a votare!». Lo mettono nero su bianco tre presidenti della Repubblica, il nostro Sergio Mattarella, quello della Repubblica federale tedesca Frank-Walter Steinmeier e quello federale della Repubblica d'Austria Alexander Van der Bellen. La posta in gioco, dicono chiaramente, è la tenuta della democrazia. «Vediamo nel mondo sfidati, se non apertamente minacciati, i valori fondamentali del pluralismo, dei diritti umani e dello Stato di diritto, i nostri valori. La posta in gioco non è altro che i fondamenti del nostro ordine democratico», afferma sottolineando che «la contrapposizione dei nazionalismi esasperati, genera la guerra».

«L'Europa unita», scrivono, «è impensabile senza democrazia, e la democrazia europea ha bisogno di democratici in tutta Europa. Cittadini che vedono la libertà democratica come una propria causa. Votare alle elezioni è un modo semplice, ma potente per riaffermare e consolidare questo modello. È incoraggiante che molti dei nostri concittadini lavorino duramente per rafforzare e difendere il tessuto democratico che ci unisce ogni giorno. Impiegando volontariamente il loro tempo e le loro energie per aiutare i meno fortunati, assumendosi responsabilità nelle associazioni, nelle comunità e in politica».
I tre presidenti aggiungono che «le nostre democrazie sono forti perché hanno il sostegno di cittadini impegnati. In questo modo sono radicalmente diversi dai regimi che opprimono i loro cittadini, seminano la paura nelle loro società, minacciano i loro vicini. Le prossime elezioni per il Parlamento europeo offriranno l'opportunità di eleggere rappresentanti che si impegnano a trovare soluzioni costruttive, accettando la complessità del sistema democratico. Usiamo questa occasione quando esercitiamo questo diritto fondamentale. Partecipando al voto si difende le istituzioni liberali, lo Stato di diritto, i nostri valori fondanti, la nostra comune libertà. Siamo veramente “uniti nella diversità”, all'interno dei nostri Paesi e all'interno della nostra Unione Europea. Questo ci ha consentito di vivere nell'Europa più pacifica e prospera che abbiamo mai conosciuto. È un grande patrimonio che vale la pena difendere e sviluppare il democratico diritto al voto»

Nel pomeriggio di ieri, dopo la divulgazione dell'appello Sergio Mattarella ha incontrato al Quirinale una delegazione del World Meeting on Human Fraternity #BeHuman. E a essi ha ribadito l'importanza di difendere la democrazia e di rafforzare la politica. «La storia insegna», ha detto, «che la politica può originare i conflitti, sostituendo alla coltivazione dell'odio la cooperazione, affermando il primato del diritto sulla forza, per giungere finalmente a rendere concretamente vissuto il principio di fraternità». E ha aggiunto: «Molti di voi, attraverso scelte e gesti realizzati in aree di conflitto o di grandi difficoltà, dimostrano con l'esempio della vita che persino quando il dialogo si interrompe ei rapporti degenerano fino a divenire scontri, il senso di umanità che unisce è più forte del dolore che divide. Il mondo ha bisogno di pace, e la pace è sempre il frutto anzitutto di una scelta personale, che si riversa nella vita sociale e si rinnova nel tempo». Mattarella ha infine ricordato che «nell'articolo 11 della Costituzione italiana si legge che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Qualche anno prima, la Carta delle Nazioni Unite, ha aggiunto «aveva esortato a promuovere il progresso sociale e più ampia libertà. Dunque, ai massimi livelli è stata sovente enunciata l'aspirazione alla pace e il dovere di perseguirla e di difenderla: è una scelta che ha permesso di educare intere generazioni alla cultura della pace che voi promuovete».





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