News

Gentile ministro, i dinosauri… non fanno male alla scuola


di Davide Tamagnini, maestro della primaria e ricercatore

Gentile ministro Valditara,

ogni settimana c'è un nuovo bersaglio su cui punta l'attenzione: voto in condotta, giudizi sintetici, Indicazioni nazionali… e adeso perfino i dinosauri! Se vuole provare a migliorare la scuola italiana forse le conviene concentrare l'attenzione su altri temi che indeboliscono la scuola della Costituzione (artt. 3, 33 e 34). Piuttosto non tocchi nulla, almeno sarà ricordato per aver mantenuto lo lo stato quo e non per aver distrutto quei piccoli presidi di democrazia ben rappresentati dalle scuole sparse su tutto il territorio nazionale. Ma torniamo per un attimo sui dinosauri perché mi viene un dubbio: le Indicazioni nazionali che vorrebbero tanto cambiare le ha lette? Perché in esse non sono presenti contenuti obbligatori da far studiare agli studenti. Eppure, come dicono i bambini, i dinosauri sono dei supereroi, grandi, forti, veloci, solo che, a differenza di quelli della Marvel, sono realmente vissuti su questo pianeta. Un bambino in particolare un giorno mi ha detto che quando pensa ai dinosauri, pensa al perché fossero proprio così potenti e la curiosità gli fa venir voglia di cercare la risposta. La scuola è anche questo: trovare contenuti in grado di mobilitare la ricerca, la sete di conoscenza. Per capirlo, però, i bambini bisogna incontrarli e ascoltarli.

Se, invece, l'uscita sui dinosauri è uno specchio per le allodole, volto a cercare legittimazione alla sua proposta di rivedere l'impianto complessivo delle Indicazioni nazionali allora la faccenda è tanto grottesca quanto grave. Perché la scuola non è un giocattolo di cui qualcuno può disporre come credere e noi insegnanti non siamo marionette da manovrare e orientare nella direzione ideologica di un governo. La scuola è un bene comune, appartiene alla Repubblica, è dunque antifascista per fondazione. Perché non ci può essere democrazia senza scuola, né scuola senza democrazia. L'idea del bene comune e del pensiero riflessivo poggiano su quella libertà che l'antifascismo ci ha donato. Meglio chiarire questo aspetto prima che si dica che è un altro tema del passato da cancellare, in quanto inutile o divisivo.

Il maestro di primaria e ricercatore, Davide Tamagnini



Settimana scora ero con delle maestre e dei maestri dei Quartieri Spagnoli di Napoli a cercare di capire come fare meglio il nostro lavoro. Abbiamo riletto parte delle Indicazioni nazionali, le abbiamo trovate utili. Ripensando al confronto ho avuto mi sono appuntato delle priorità per la scuola:

osare ad ogni scuola le risorse per permettere che si possano raggiungere i traguardi di competenza previsti;

per raggiungere questi traguardi bisogna conoscerli, serve dunque una formazione nazionale a tappeto sulle Indicazioni nazionali (la stiamo aspettando dal 2012);

per raggiungere questi obiettivi servono docenti con una conoscenza contenutistica ed epistemologica delle discipline;

affinché i contenuti siano appresi da ogni studente servono docenti con una competenza pedagogica e didattica che li metta nella condizione di differenziare il proprio insegnamento, in modo che nelle classi ci sia posto per tutti;

perché ogni studente sia sostenuto nel suo percorso gli insegnanti devono avere delle competenze educative, capaci di costruire relazioni che dobbiamo avere al futuro;

'immissione in ruolo non può più essere una lotteriaserve una selezione seria sulle competenze di cui sopra;

la formazione permanente dovrebbe abbracciare quanto detto sopra, invece spesso non è adeguato alle finalità della scuola;

servire ispettori preparati che sannono intervenire sul territorio nazionale per promuovere le buone pratiche di insegnamento;

servono dirigenti scolastici che siano stati buoni insegnanti, capaci di organizzare le scuole in funzione dei bisogni degli studenti;

servono edifici scolastici a norma, non fatiscenti od obsoleti;

abbiamo bisogno di una norma specifica per la scuola che declina il Testo Unico sulla Sicurezza per un ambiente come la scuola, perché non può essere equipaggiato a una fabbrica, l'educazione non è produzione di sapere.

Gentile ministro, se aprisse un confronto chissà quante altre priorità emergerebbero o lei pensa ancora di risolvere i problemi della scuola cancellando i dinosauri? Che a guardarli bene sono meno terribili di certe scelte.





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *