Sport

Miretti, Iling e Yildiz (se starà bene): i giovani Juve che si candidano per la finale di Coppa Italia


Sono stati la mossa della disperazione contro la Salernitana per Allegri, che nel periodo della crisi ha messo da parte i ventenni, rimasti schiacciati tra le sue scelte e le minori possibilità che offre una stagione senza coppe europee

Giornalista

13 maggio 2024 (modifica alle 19:29) – MILANO

Tre cambi insieme all'intervallo per Massimiliano Allegri alla Juventus sono un evento più unico che raro. Ma la situazione dopo il primo tempo con la Salernitana era tale da richiedere l'ingresso contemporaneo di Chiesa, Miretti e Iling. A cui a un quarto d'ora dalla fine si sono aggiunti Yildiz e Milik. Yildiz 2005, Miretti e Iling 2003: una forte iniezione di gioventù in vena per rianimare la Juventus, che ha portato in effetti energia e brillantezza. Quella gioventù a lungo e da tempo dimenticata in stagione da Allegri, che pure della sua seconda esperienza alla Juventus si fregia soprattutto di aver lanciato tanti ragazzi.

L'IMPIEGO DEI GIOVANI

Cosa dicono i numeri: Samuel Iling ha giocato solo due partite da titolare in tutto il campionato, per altro entrambe nel giro di una settimana dunque la sintesi corretta sarebbe “una settimana da titolare in quasi nove mesi”. Yildiz, titolare nel momento migliore della stagione bianconera, nel pieno di questo periodo di crisi è partito dall'inizio solo in una delle ultime dieci partite giocate. Miretti nonostante la stagione di emergenza di un reparto in alto mare per dodici volte addirittura è rimasto in panchina senza entrare, e prima della Salernitana era da un periodo in cui aveva giocato otto minuti in cinque partite, di cui quattro senza entrare. È evidente che molti componenti dell'organico hanno sofferto la stagione senza coppe europee, anche per le minori possibilità di lavoro.

LE SCELTE DI ALLEGRI

Proprio i ragazzi rischiano di essere i vasi d'argilla che pagano per primi questa situazione, in assenza di una progettualità chiara per il loro lancio, oppure se questa progettualità non viene messa in campo. Una scelta stridente, soprattutto da un certo punto in poi, con la mancanza di risultati. Non solo dunque non c'erano i presupposti per dire “squadra che vince non si cambia”, ma proprio cambiare poteva servire a cambiare l'inerzia. Come già successo l'anno scorso, come in piccolo (molto in piccolo) è successo anche con la Salernitana. Al tutto per tutto dell'unica notte importante rimasta quest'anno, senza più equilibri di spogliatoio a cui essere legati con due sole settimane di stagione davanti, la finale di Coppa Italia assomiglia al momento per puntare sui giovani senza remore. Anche per pareggiare voglia e intensità dell'Atalanta.





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *