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New Life: la recensione del film horror di debutto di John Rosman


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15/05/2024 recensione film di Gioia Majuna

Hayley Erin e Sonya Walger sono le brave protagoniste di un'opera prima che dimostra come talento e capacità di scrittura facciano la differenza nel raccontare qualcosa di già visto

Il sottogenere del 'medical horror' ha recentemente ricominciato a fare capolino nelle produzioni d'Oltreoceano. E considerando la reazione del mondo intero agli eventi seguiti allo scoppio della pandemia del 2020, non c'è molto da stupirsi. Tuttavia, questo punto apparentemente già abusato ha ancora ampi margini di pregevole esplorazione.

Nuova vitariuscito thriller low budget di debutto alla regia di Giovanni Rosman presentato in anteprima all'ultimo Fantasia Film Festival, ne è è la prova lampante. Concentrandosi su momenti di empatia e di strazio, riesce infatti a distinguersi dalla massa, lasciandoci con l'amarezza di non capire perché certi titoli restino confinati per lo più a canali secondari e non vengano distribuiti a dovere.

Iniziando in media restroviamo Jess (Hayley Erin) ricoperta di sangue e in fuga. Sa che qualcuno è sulle sue tracce, quindi sceglie di nascondersi nei boschi e viaggia lungo le strade secondarie. Tuttavia, Elsa (Sonya Walger) sa che trovare Jess è una questione della massima importanza. La ragazza potrebbe possedere la chiave per salvare – o per distruggere – il mondo. Mentre Jess segue, Elsa dovrà però fare i conti con un proprio segreto.

locandina del film nuova vita 2023locandina del film nuova vita 2023John Rosman si dimostra un narratore di talento fin dai primi fotogrammi di New Life. Le immagini che plasma sono innegabilmente perversema ci attirano anche all'interno dell'inquadratura.

Non solista gioca con cliché consolidati del cinema horror, ma trova anche il modo di sovvertirli di volta in volta. Una scena con un televisore che non sta trasmettendo nulla diventa così uno dei momenti più genuinamente inquietanti dei 90 minuti scarsi di visione. Un'altra ambientata dentro un fienile colpisce come un pugno nel profondo, soprattutto se si comportano gli attimi che l'hanno preceduta.

Il modo in cui il regista e sceneggiatore sceglie di inquadrare queste situazioni dimostra certamente talento, ma è soprattutto la sua capacità di seminare i semi più strazianti della storia lungo tutto New Life a contribuire ad innalzare la tensione emotiva.

Forse gli elementi più intriganti del film d'esordio di John Rosman risiedono allora nel modo in cui imbastisce una dualità tra Jess ed Elsa. Crea una dicotomia che inizia a legare le donne fin all'inizio di New Life.

Pur essendo parallele sotto molti aspetti, entrambe le donne scavano in profondità dentro loro stesse per trovare e sfruttare il proprio istinto di sopravvivenza. E quando finalmente arrivano a condividere lo schermo, la tensione costruita in funzione di questo fatidico momento è giustamente palpabile.

Si tratta di uno 'stratagemma' non esattamente originale (basta chiedere a Nora Ephron oa Michael Mann), cionondimeno John Rosman combina insieme altissima posta in gioco e potenza del viaggio delle due protagoniste fino a un crescendo che fa leva sulle corde del cuore.

Sia la giovane Hayley Erin (Pretty Little Liars: i perfezionisti) che la più matura Sonya Walger (Perduto) infondono ai rispettivi personaggi profonde dosi di empatia. Alla prima, in particolare, viene concesso un momento più agevole per mostrare questo aspetto, pur continuando a dimostrare il suo approccio benevolo ad ogni incontro.

Nel frattempo, la collega cerca la verità nonostante il tributo emotivo e mentale che questa le garantisce. Sa che la sua missione è di enorme importanza, ma si prende comunque un momento per immaginare le paure e gli orrori che il suo 'bersaglio' sta provando.

Questo favorevolmente impressionante lavoro sulle emozioni aggiunge inevitabilmente un ulteriore strato di profondità alla sceneggiatura e all'ambizione narrativa di Nuova Vita.

Ad ogni modo, è meglio approcciarsi al film saperene il meno possibile. Premia la pazienza dello spettatore e, dopo una svolta intorno alla metà, mette prepotentemente a fuoco i suoi obiettivi.

La potenza dello sceneggiatura e delle interpretazioni (anche dei comprimari) colpirà più duramente. Abbracciare il cinema di genere non è complicato, ma trovare chiavi di lettura uniche per storie classiche lo è molto di più. John Rosman non solo fa vedere di saper maneggiare questo aspetto, ma tratteggia anche due personalità solide, a cui è facile legarci. Un nome da segnare sul taccuino il suo.

In attesa di capire se lo vedremo in Italia, di seguito trovate il trailer internazionale di Nuova Vita:



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