Cinema

The Girl With The Needle, la recensione | Cannes 77


La recensione di La ragazza con l'ago, il film di Magnus Van Horn, in concorso al festival di Cannes

Potrebbe essere il mondo di L'Uomo Elefante di David Lynch quello in cui Magnus Van Horn ambienta La ragazza con l'ago, un'Europa dei primi del Novecento, più precisamente la Svezia dopo la prima guerra mondiale, lurida e piena di pregiudizi, cattiva e fotografata con un bianco e nero che enfatizza lo sporco. In L'Uomo Elefante questo mondo infame era finalizzato a creare empatia con il protagonista, creatura indifesa e pura, qui invece è una carrellata di mostri e violenza per un film drammatico girato come un horror. Non c'è da avere un raffinato gusto estetico per capirlo, ci pensa lo score a gridarlo, uno score che è esattamente quello dei film di fantascienza con mostri.

Le armonie potenti che di solito si usano per annunciare l'arrivo del dramma mortale in La ragazza con l'ago sottolineano momenti di transizione, scene che non hanno nulla di particolarmente drammatico…



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