Economia Finanza

Incidente per l'elicottero del presidente iraniano Raisi: “Atterraggio di emergenza”


Allarme dentro Iran per il presidente Ebrahim Raisi. I media statali hanno riferito che l'elicottero su cui stava viaggiando il capo del governo di Teheran assieme al suo entourage e al ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian è stato coinvolto in un “incidente”. Le 16 squadre di soccorritori inviate sul posto hanno raggiunto l'area e hanno iniziato le operazioni di ricerca, rese difficili dalle condizioni metereologiche avverse. Secondo quanto dichiarato dall'agenzia stampa Altro, Raisi e la sua delegazione sono illesi e stanno proseguendo il suo viaggio via terra in direzione di Tabriz. I media della Repubblica islamica hanno anche pubblicato foto del presidente che non sembra aver riportato ferite.

Stando a quanto dichiarato dalla televisione di Stato, l'elicottero avrebbe effettuato un “atterraggio di emergenza“vicino a Jolfa, una città al confine con l'Azerbaigiano a circa 600 chilometri dalla capitale. In mattinata, Raisi aveva inaugurato una diga proprio nel Paese caucasico assieme al leader di Baku Ilham Aliyev. Le informazioni che arrivano dalla Repubblica islamica sono frammentarie, ma pare che il velivolo sia stato costretto ad atterrare a causa delle forti piogge e del vento. L'Iran possiede una varietà di elicotteri, ma molti sono vecchi modelli e le sanzioni internazionali rendono difficile il recupero dei pezzi di ricambio. Anche la loro flotta militare è composta da mezzi risalenti a prima della rivoluzione del 1979. Lo stesso vale per i loro aerei da guerra, di cui pochi sono operativi.

Il 63enne Ebrahim Raisi fa parte dell'ala conservatrice del mondo politico iraniano e in passato a guidato la magistratura del Paese. In molti lo agiscono un protettore dell'ayatollah Ali Khamenei e, secondo diversi analisti, in futuro potrebbe sostituirlo. Ha vinto le elezioni del 2021, durante le quali è stata registrata l'affluenza più bassa nella storia della Repubblica islamica, ed è un bersaglio delle sanzioni degli Stati Uniti per via del suo coinvolgimento nell'esecuzione di massa di migliaia di prigionieri politici dopo la fine della guerra tra Iran e Iraq (1988). Durante i suoi anni di governo, il Paese ha proseguito il processo di arricchimento dell'uranio per uso bellico e ha ostacolato le ispezioni internazionali. Sempre a livello interno, il governo iraniano ha represso nel sangue le protesta degli studenti scoppiate in seguito alla morte di Masha Amini.

Teheran, inoltre, ha dato un sostegno fondamentale alla Russia nella guerra contro l'Ucraina inviando migliaia di droni kamikaze Shahed e, ad aprile, ha lanciato un massiccio attacco contro Israele in risposta all'uccisione di ufficiali dei pasdaran a Damasco.

Raisi ha anche continuato ad armare e finanziare una serie di gruppi terroristici in Medio Oriente come i ribelli Houthi dello Yemen e gli Hezbollah libanesi, parte della rete di procura con cui l'Iran estende la sua influenza in tutta la regione.





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