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Il Primavera Sound dedica uno stage a Steve Albini e su Spotify ritornano Shellac e Big Black


Credito: Daniel Bergeron

Lo scorso 8 maggio l'intera comunità musicale è stata sconvolta dalla notizia della prematura scomparsa di Steve Albini.

Il cantante, chitarrista e produttore, figura seminale per tutta la scena alternative rock già a partire dagli anni '80 è stato stroncato da un infarto a pochi giorni dalla pubblicazione di “A tutti i treni” disco che segna il ritorno dei suoi Gommalacca dopo circa dieci anni dall'ultimo lavoro in studio.

Sempre con gli Gommalaccadei quali Albini era cantante e chitarrista, il musicista era pronto ad imbarcarsi in un tour che lo avrebbe portato ad esibirsi al Primavera Sound di Barcellona festival dove il gruppo è stato protagonista dal 2006 al 2003 saltando solo l'edizione del 2007.

Ora il festival spagnolo ha deciso di onorare Albini rinominando a suo nome il palco dove si sarebbe dovuto esibire, dichiarando in un comunicato:

Anche se sarà il primo anno, dal 2007, in cui non comanderà gli inimitabili Gommalacca all'appuntamento annuale con il suo festival preferito, la figura del compianto Steve Albini sarà più che mai presente al Primavera Sound

e ancora:

Il Palco Steve Albini, situato di fronte al palco di Plenitude, sarà un tributo ad un membro insostituibile della famiglia del Primavera, anche se, in realtà, egli sarà onorato in ogni angolo del Parc del Fòrum, durante ogni secondo del festival. Soprattutto giovedì alle 18:55, quando il free rock degli Gommalacca irromperà di nuovo nel festival come un rito. In quel momento, mentre risuonerá il nuovo album To All Trains, il loro palco diventerà il punto di incontro per i fan che vogliono salutare Steve Albini

Ecco il post ufficiale:

Altra notizia emersa nelle ultime ore che interessa il compianto produttore e il ritorno su tutti i servizi di musica in streaming dell'intero catalogo di Gommalacca e Grande nero banda nelle quali Albini aveva militava.

In passato Albini aveva sostenuto la stessa scelta di boicottare Spotify, alla stregua di altri artisti come Neil Young e Joni Mitchelldefinendo la multinazionale svedese un'azienda orrenda criticando la politica che portava nelle tasche degli artisti risibili guadagni.





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