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Terremoto Campi Flegrei: quando scatta l'evacuazione?/ Paura anche a Napoli con gli occhi puntati sul Vesuvio


È stata una nottata di paura, sgomento e vero e proprio terrore quella vissuta in tutta la città di Napoli, vittima collaterale del violento terremoto di ieri sera registrato ai Campi Flegrei: non uno, non due e neppure tre, ma più di 45 (tenendo solamente conto di quelli superiori alla magnitudo 1) eventi distinti con il picco a 4.4 sulla scala Richter alle ore 20:10, anticipato di 20 minuti da un'altra scossa di 3.5 e seguito in tarda serata da altre scosse tra il 3.1 e il 3.9 di magnitudo. Insomma, oltre alla paura nei residenti dei Campi Flegrei si fa sempre più strada il timore che il terremoto di ieri sia solamente l'inizio di un nuovo sciame sismico che ricorda molto da vicino gli anni '80 quando si arrivò a toccare più di 500 scosse al giorno.

Già dopo le 20:10 numerosi napoletani sono scesi in strada, cercando riparo da un sisma che è parso molto più forte di quanto in realtà non fosse, dato che il suo ipocentro è stato localizzato ad appena 3 km di profondità dal livello del mare; ma è solo dopo l'ennesima scossa da 3.9 che la paura si è trasformata in terrore con le persone disperate – racconta il Mattino -, che si abbracciavano e mettevano alla guida di auto dirette verse strade completamente intasate. Fortunatamente i danni causati dal terremoto di ieri ai Campi Flegrei sono stati piuttosto contenuti, seppur l'area della Solfatara e di Pozzuoli siano quasi interamente coperte di calcinacci caduti dalle facciate di case, edifici e palazzine; con una piccola frana nel versante di Napoli del Monte Sant'Angelo.

Paura anche a Napoli per il terremoto ai Campi Flegrei: trema la terra anche sotto il Vesuvio

E proprio guardando a Napoli si capisce l'eccezionalità del terremoto di ieri ai Campi Flegrei, dato che mai prima d'ora (almeno nell'ultimo anno in cui il bradisismo sta aumentando la frequenza degli eventi sismici) una scossa è riecheggiata in tutto il napoletano, specialmente nell'area Ovest più vicina alla Solfatara. Non a caso, mentre le strade di Pozzuoli si riempivano di cittadini terrorizzati, una scena simile si è vista anche in tutti i quartieri tra Sanità e Bagnoli, ma a differenza che nei Campi Flegrei a Napoli il terremoto non sembra aver causato alcun tipo di danno a strade ed edifici. Ma gli occhi rimangono puntati sul Vesuvio, con il timore che il bradisismo flegreo possa causare una nuova violenta eruzionesoprattutto dopo il lieve terremoto (magnitudo 1) che oggi ha coinvolto il vulcano poco prima di mezzogiorno.

Comunque sia, le rilevazioni sulla sicurezza dell'area e delle case colpite e danneggiate dal sisma sono ancora in corso e solamente nelle prossime ore si potrà avere un quadro completo, ma è già stato ampiamente chiarito che non ci sono stati feriti di alcun tipo. Nel frattempo, sono stato bloccate la linea 1 e 2 della metro di Napoli – anche in questo caso per i necessari controlli – e si registrano ancora rallentamenti sulle linee dell'Alta Velocità e gli sfollati dei Campi Flegrei sono stati sistemati in quattro tendopoli allestite dalla Protezione Civile già nella tarda serata di ieri.

Quando scatta l'evacuazione dei Campi Flegrei: il piano della Protezione Civile

Per cercare di dare risposte ad una popolazione sempre più impaurita e sconcertata dall'ennesimo – e sempre più violento – terremoto ai Campi Flegrei, la Protezione civile oggi ha pubblicato un video con tutte le indicazioni da seguire nel caso di un'evacuazione. Nell'area, spiega il video, sono state individuate due diverse aree di intervento e criticità che interessano circa 85mila persone tra Bacoli, Pozzuoli e Napoli (tra Bagnoli, Pianura e Posillipo) delle quali 33mila in zona di elevato rischio. Sono complessivamente tre gli scenari considerati nel piano di evacuazione dei Campi Flegrei che nella peggiore delle ipotesi – l'unica a prevedere l'allontanamento attivo dei residenti – riguarda danni strutturali significativi alle infrastrutture e criticità che impediscono l'arrivo dei soccorsi. Per ora, tuttavia, secondo le prime rilevazioni ci troviamo ancora nel primo scenario, dove i danni sono ridotti e la circolazione dei mezzi e della popolazione non è in alcun modo limitata.

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