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Non illudiamoci, per i giovani italiani la famiglia è solo un sogno



Offrire dati affidabili ed aggiornati sulle condizioni di vita, sui progetti e sui sogni della generazione tra gli 11 ei 19 anni è un prezioso contributo che l'Istat offre con l'indagine, appena uscita, su “Bambini e ragazzi 2023”. Si tratta di una fascia di età complessa ed articolata, difficile da inquadrare – già il titolo della ricerca non riesce a collocarli, e li qualifica “un po' bambini, un po' ragazzi”, mentre la parola adolescenza sembra incompleta per racchiuderli. In questi anni per tutti la fatica di crescere è molto complicata, vissuta tra l'uscita dalla famiglia e l'invasione del digitale, con la presenza cruciale del contesto scolastico per la maggior parte di loro (ed essere fuori da tale contesto può essere già considerato un segnale di critica), con il gruppo dei pari sempre più importante (e sempre più ibridato tra socialità in presenza e virtualità sui sociale). Insomma, un periodo della vita che probabilmente non tutti gli adulti vorrebbero ripercorrere.

Tra i molti dati di questa indagine è stato commentato da molti la forte presenza di progetti futuri di coppia e di genitorialità, pur essendo questa fascia d'età ancora ben lontana dalla concreta attuazione di tali progetti. In estrema sintesi, anche questi dati confermano che nel nostro Paese per troppi è difficile che i desideri ei progetti di famiglia (coppia, matrimonio, genitorialità) vadano a buon fine: in altre parole, in Italia è ancora facile sognare la famiglia ei figli, ma è sempre più difficile trasformare questo sogno in realtà.

In effetti sembra essere confortante vedere che prima dei 20 anni la prospettiva di vivere in coppia, di sposarsi e di mettere al mondo figli è ancora molto diffusa. Con le parole dell'Istat, “Il 74,5% dei giovanissimi pensa che da grande vivrà in coppia, a prescindere da un eventuale matrimonio. Solo il 5,1% invece immagina di vivere da solo, mentre gli indecisi superano di poco il 20%”. E anche il matrimonio- vale a dire la formalizzazione giuridica dello stare in coppia, è molto presente nei progetti di questi ragazzi: “Tra coloro che hanno espresso l'intenzione di vivere in coppia il matrimonio resta la modalità ampiamente più diffusa per formare una famiglia (72,5%) […ma….] al crescere dell'età la quota di chi pensa al matrimonio si riduce, passando dal 73,7% tra gli 11-13enni al 70,8% nella classe 17-19 anni”. Qui rimane probabilmente forte l'influenza della famiglia di origine, oltre che la narrazione complessiva sull'amore di coppia. Però i dati reali sulle coppie stabili e sui matrimoni effettivamente celebrati in età più avanzata denunciano che molti di questi progetti non diventeranno mai realtà: crescendo, il matrimonio ipotizzato quando avevi 16 anni viene rinviato, messo tra parentesi, a volte non realizzato affatto. Probabilmente perché “i progetti nella vita cambiano”, ma forse anche perché mano a mano che si cresce diventano sempre più evidenti gli ostacoli, le criticità, le difficoltà che impediscono di passare “dal sogno alla realtà”.

Analogo discorso, ma in forma più accentuata, vale per i progetti di genitorialità, molto presenti in questa fascia d'età: “mentre il 69,4% dei ragazzi e delle ragazze dice di volere dei figli, il 21,8% è indeciso e l'8,7% dice di non volerne. Tra le ragazze è leggermente più alta la quota di coloro che non vogliono figli (10,3%) […] Il 61,5% dei giovanissimi che pensa di avere figli ne vorrebbe due, l'8,8% un solo figlio, il 18,2% tre o più, mentre il restante 11,5% pur asserendo di volerne non indica quanti. “. Nella grande maggioranza dei ragazzi tra gli 11 ei 19 anni è molto diffusa l'idea, di diventare genitori, e fortemente minoritaria l'intenzione di non averne affatto. Anche in questo caso, però, i numeri reali, al crescere dell'età, diminuiscono; soprattutto diminuzione il numero di figli effettivamente ottenuti: oltre il 50% delle famiglie con figli ne ha oggi solo uno (mentre questi ragazzi nel 61,5% ne vorrebbe due), e la quota di famiglia con tre figli è attorno al 10% ( ben al di sotto del 18,2% qui riportato). Insomma, spesso i progetti di genitorialità si completano alla nascita del primo figlio, che poi diventa unico, nonostante un desiderio di partenza ben diverso. Anche qui: i progetti di vita individuali possono cambiare per molti motivi, ma certamente gli ostacoli di natura economica ed organizzativa sono un impedimento rilevante.

Così, per tornare in sede di conclusioni alla nostra affermazione di partenza, il sogno della famiglia e della genitorialità è ancora molto presente nel nostro Paese, ma è sempre più difficile trasformarlo in realtà: in Italia il desiderio di figli si colloca a livello di 2 figli per donna – uno dei più alti in Europa, mentre il numero di figli reali per donna si colloca da anni tra 1,2 e 1,3stabilmente e significativamente tra i più bassi in Europa.

*Direttore del Cisf





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