News

Più comunità vive per strappare i ragazzi dal vuoto e dalla violenza



Escort a 16 anni: una rete di prostituzione a Bari scoperta grazie all'attività investigativa di due mamme coraggiose e determinate. A Bologna, quattro ragazzi rapinano col machete una pizzeria. Roma, Centocelle, tre ragazzini picchiano e rapinano un uomo nel parco. Vicenza, spari sotto la basilica da parte di giovani delinquenti. A Torino raddoppiano le segnalazioni di violenze sessuali da parte di minori. A Palermo le baby gang sono padrone della città, con aggressioni furti e stupri…

No, non è un'emergenza improvvisa, ma la stabilizzazione di un trend, trascurato, non approfondito né affrontato da molti anni. Molti sono giovani ragazzi immigrati, seconde generazioni, quasi tutti con famiglie sfasciate o senza famiglia, accolti in strutture di accoglienza che evidentemente non funzionano. E qui bisognerebbe con coraggio e liberi dalle ideologie chiedersi perché. Evidentemente non offrono percorsi educativi o riabilitativi adeguati: quanti soldi si spendono per sostenere associazioni e organizzazioni non sufficientemente controllate? Non tutti i presunti buonisti sono buoni davvero. L'accoglienza bisogna farla bene, oppure è ipocrita o complice della delinquenza.

Ma nei giri della droga e della violenza impunita tanti sono ragazzi che diremmo “perbene”, le ragazzine di Bari sono cresciute in famiglie che diremmo sani di mente. Hanno scelto volontariamente di vendere il proprio corpo per denaro, vestiti, gioielli, hotel di lusso. O peggio ancora, “per sfida”. Sfida a cosa, a chi? Al non senso, alla solitudine, seguendo modelli su Tik Tok che con una pittata di unghie e un amico coi labbroni rifatti ti illudono che diventerai una che conta. E tocca essere franchi: la sessualizzazione precoce insufflata dai media e soprattutto dai new media non è sintomo di libertà di costumi. Ma è frutto anche di un pervicace lavorio ideologico che dal grido «il corpo è mio e lo gestisco io» è giunto alla pretesa di trasformare ogni desiderio in diritto.

Purtroppo i soldi sono un desiderio luccicante, seppur non ti risolvono la vita. A parte la desolazione impotente, qualcosa si potrebbe fare, per riportare i più giovani a sperare, a immaginare un futuro. Adulti maturi, solidi, non amichetti fragili e depressi. Proposte di vita reale, più affascinanti e coinvolgenti di quella virtuale. Un'educazione all'affettività che non è solo sesso e che torni a parlare di attesa, rispetto, prospettiva, fornire solo il nome di contraccettivi e pillole abortive e indicare centri per “curare” farmacologicamente la cosiddetta disforia di genere.

La Chiesa ha sempre avuto un cuore i più giovani, ha creato luoghi di incontro e di educazione, diventati punto di riferimento per i quartieri, i paesi, come oasi magari scalcagnate, ma dove imparare tra una partita a pallone e una schitarrata a parlarsi, a convivere, a seguire un maestro che ti vuole bene. Da don Bosco a don Patriciello, i preti ci sono e non solo loro. Bisogna riaprire tanti oratori nelle parrocchie, favorire il sorgere spontaneo di luoghi per studiare, giocare, discutere, con l'apporto di altri giovani, di insegnanti che certamente il mondo cattolico sa esprimere. Non è volontarismo, ma risposta a un mandato: i piccoli ci stanno a cuore, l'ha detto Gesù.





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *