Economia Finanza

Cina, Russia e tassa globale: ecco i temi caldi al G7 di Stresa



DAL NOSTRO INVIATO
STRESA – «Dobbiamo assolutamente evitare una guerra commerciale con la Cina: non è nell'interesse degli Usa, né della Cina, né dell'Europa». Ma «non risparmierò sforzi per difendere i nostri interessi». È il primo a parlare ai giornalisti, di prima mattina, il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire. E tocca subito uno dei tre temi chiave che terranno banco a Stresa, sul Lago Maggiore, tra i ministeri delle Finanze ei Governatori delle banche centrali del G7 riuniti dalle 9,00: il fatto che la Cina, sussidiando le imprese, ha una sovracapacità produttiva che le permette di inondare i mercati internazionali con prodotti a basso costo. Alle 14, poi, è previsto un discorso del Commissario europeo Paolo Gentiloni.

Il caso cinese

Il tema era già stato sollevato dal Segretario al Tesoro Usa Janet Yellen giovedì, e il ministro francese si è speso altrettanto. Il senso del suo discorso è: la Cina è un importante partner commerciale, nessuno vuole una guerra commerciale con Pechino. Mamma l'Europa e il G7 devono difendere le proprie imprese ei propri lavoratori dalla concorrenza sleale. Questo è probabilmente il tema su cui c'è maggior consenso qui a Stresa tra i ministri ei Governatori: possibile che sabato possa arrivare un messaggio forte su questo tema dal G7. Non certo azioni comuni (su questa era stata chiara Janet Yellen), ma un messaggio forte alla Cina è probabile. Poi ogni Stato decide come difendere la propria industria, l'importante – aveva detto Janet Yellen – è mettere davanti alla Cina «un muro di opposizione».

«Abbiamo bisogno di un dialogo, di una valutazione comune e proporrò al G7 e Fmi di fare una valutazione sulla capacità industriale», ha detto il ministro francese Le Maire. Ha poi spiegato che serve «un dialogo franco con i partner cinesi». «La prima sfida è definire le regole commerciali giuste con la Cina, sarà uno dei punti di discussione».

Il prestito all'Ucraina

Altro tema chiave al G7 di Stresa è la proposta statunitense, su cui si discute da tempo, di erogare all'Ucraina un prestito o un bond garantito dai proventi dei beni russi sequestrati. Gli Stati Uniti fanno pressione a riguardo, ma è vero che la stragrande maggioranza degli asset russi si trova in Europa. E l'Europa è divisa su questo, perché un'azione di questo tipo ha risvolti legali di diritto internazionale di difficile interpretazione.

Sul tavolo delle discussioni al G7 dei ministri finanziari a Stresa ci sono due proposte riguardo l'uso dei proventi degli asset russi sequestrati dopo l'invasione dell'Ucraina. Questi due approcci vanno confrontati e bisogna valutare quale sia «il più conveniente e più efficiente», ha affermato Le Maire. A livello europeo – ha detto Le Maire – «siamo riusciti a trovare lo strumento giusto per utilizzare i profitti straordinari per il 2024 e presenteremo una proposta per utilizzare i profitti straordinari degli asset russi per gli anni a venire. Confrontiamo quindi le proposte. Vediamo qual è la più conveniente e la più efficiente». In ogni caso – ha aggiunto – «è garantire al governo ucraino il giusto, forte e duraturo finanziamento, che necessita di sostegno».



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