Ricette

L’aperitivo è un rito da 120 euro al mese per il 48% degli italiani



Toglieteci tutto, ma non l'aperitivo, soprattutto quello vissuto fuori casa: un rito condiviso dal 48% degli italiani, il 3% in più rispetto al 2022, come rivela una ricerca condotta da Niq in occasione dell'Aperitivo Festival, in corso a Milano sino al 26 maggio, data in cui si celebra la giornata mondiale dedicata a quella che è diventata una delle occasioni di consumo più ambite. Anche dagli operatori del food & drinks. Soprattutto perché all'aperitivo gli italiani non rinunciano ma, anzi, ci si dedicano sempre di più.

Oggi è un appuntamento per quasi 22 milioni di persone, il 31% in più rispetto al 2011stima l'Osservatorio dell'Unione italiana vini. Il 43% se lo concede in un locale almeno una volta a settimana, destinandovi una spesa media di 12 euro a uscita, ma a molti piace anche farsi l'aperitivo in casa, un'abitudine cresciuta durante il lockdown ma che non conosce crisi.

Lo dimostra la tenuta delle vendite in Gdo di spumanti e ginscampati alla riduzione del carrello della spesa, che hanno aumentato i volumi venduti di quasi il 2% e visto salire il giro d'affari rispettivamente del 5,4% e del 12,2%.

Quello dell'aperitivo si conferma un rito socializzante e transgenerazionale, che per un italiano su due rappresenta un'occasione per rilassarsi e per il 44% per una rimpatriata tra amici, come emerge da un sondaggio Swg per Deliveroo. L'aperitivo è amato soprattutto dai giovani, che ne sono i più assidui estimatori. Specialmente quelli tra i 25 ei 34 anni, residenti nei centri delle città, che vi destinano circa 121 euro al mese. Ma che ne valutano con attenzione il costo, in particolare nel decidere cosa ordinare da bere.

«Il 44% sceglie la bevanda in funzione del suo prezzo mentre il 31% si affida ai consigli dei professionisti in sala – spiega Matteo Fortarezza di Niq Consulente per l'industria delle bevande – Un altro 24% segue i suggerimenti degli amici, specie tra i più giovani, mentre tra i consumatori più maturi è più importante la qualità dei prodotti (19%) e la fedeltà al marchio (18%)».



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