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«Siamo noi il segno dell’amore»



di Luciano Regolo e Annachiara Valle

«Siamo noi il segno dell'amore». Si legge in lettere grandi e colorate su uno dei tanti striscioni portati dai bambini per questa loro prima giornata mondiale. All'Olimpico per l'evento d'apertura se ne contano 72 mila (la massima capienza) e per la Messa domenicale di chiusura se ne attendono circa 100 mila, provenienti da 101 diverse nazioni. La frase dello striscione è tratta dall'inno Mondo bello colonna sonora di questa GMB. La cifra è quella della festa, dei colori, delle voci gioiose dei piccoli, dei loro giochi al Villaggio dei bambini allestito a ridosso dello stadio in appena due settimane. Per gli stend giocattoli, bigliardini, ma anche libri, pannelli sulla cura del creato, sulla umanizzazione del mondo, sulla pace, discorsi complessi ma spiegati con la lingua del cuore, necessariamente semplice e accessibile a tutti. Anche dai palchi degli intrattenimenti musicali dove si alternano i cori delle scuole più sensibili all'educazione per migliorare il mondo, come quello “Unicef” di Mililli (Siracusa), o quello “Canta insieme” di Diamante (Cosenza), si richiamano i due principi cardine dell'evento il diritto alla pace e il diritto alla felicità, spesso negato ai bimbi dagli adulti. Un altro è la fraternità senza cui né l'uno, né l'altro possono essere garantiti.

Ci sono i palestinesi, arrivati ​​da Betlemme con un volo speciale, ma anche alcuni che ce l'hanno fatta a uscire da Gaza, ci sono le bandiere del Senegal, della Colombia… C'è il karaoke che scorre sul maxi schermo dell'Olimpico con le parole della canzone di Marco Mengoni vincitrice del Sanremo di due anni fa. Ci sono i bambini che fanno le capriole e le verticali nella mezzaluna a bordo campo e il coro che si posiziona pronto a cantare l'inno di questa prima Giornata mondiale dei Bambini. «Un evento», spiega Aldo Cagnoli, vicecoordinatore della Gmb, «che, con queste modalità e un così alto numero di minori non si è mai visto in tutto il Pianeta». Per organizzarlo c'è voluta la tenacia di papa Francesco e quella che Cagnoli chiama «la follia degli organizzatori». Una macchina perfetta in grado di accogliere a Roma un fiume di bambini. Urlano, tutti insieme, più volte «pace». Per cinque volte lo scandiscono dalle tribune prima di alzare il cartoncino del colore del loro gruppo. E lo stadio si tinta di arcobalenoIl grido “Pace” infiamma gli spalti all'arrivo di Francesco.

Il Papa nell'invito a questa prima giornata mondiale diffusa dai media l'ha detto chiaro e tondo: «Dobbiamo mettere i bambini al centro come faceva Gesù» e saper «imparare da loro». Siamo noi adulti che trasmettiamo l'egoismo, il pregiudizio, l'indifferenza e così neghiamo loro un futuro migliore o forse un futuro del tutto, come ci dice lo scenario internazionale presente in cui aleggia sempre più l'incubo di una terza guerra mondiale a pezzi, più volte evocato dal Pontefice.

Questa GMB fortemente voluta da papa Bergoglio è segno di tutto il pensiero che anima il suo magistero per una Chiesa attenta soprattutto ai più fragili ea dare voce a chi non ne ha. Non a caso il punto di partenza di quest'evento che si terrà ogni due anni (sempre a Roma) è stata la pubblicazione della versione per bambini curata da padre Enzo Fortunato e Aldo Cagnoli della Laudato si', l'enciclica con cui Francesco ha gettato le basi per quell'ecologia integrale che vuole tutelare il creato in ogni suo aspetto. Francesco ha chiamato, i piccoli, i volontari, gli accompagnatori tutti quelli che hanno lavorato a questa giornata hanno risposto con slancio, con entusiasmo. È un seme che potrebbe dare grandi frutti.





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