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Otto razzi su Tel Aviv sparati da Rafah. Hamas rivendica: “Grande attacco”


Le sirene sono tornate a suonare nelle regioni centrali di Israele. Per la prima volta da quasi quattro mesi, una raffica di razzi è stata lanciata dalla Striscia di Gaza. Stando a quanto riportato dal Tempi di Israelel'allarme è scattato a Herzliya, Kfar Shmaryahu, Ramat Hasharon, tel AvivPetah Tikva e in diverse comunità più piccole.

Le brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno rivendicato l'attacco. In un comunicato ripreso da Al Jazeeralo hanno definito “una risposta ai massacri sionisti contro i civili“. Secondo il quotidiano Haaretzalcuni vettori sarebbero stati lanciati dalla zona di Rafa, la città al confine con l'Egitto attualmente bersaglio principale delle operazioni delle Idf. Le forze armate ebraiche hanno riferito che i terroristi avrebbero sparato almeno otto missilialcuni dei quali sono stati intercettati dal sistema Cupola di ferro. Pare inoltre che i lanciarazzi utilizzati dagli uomini dell'organizzazione palestinese fossero a meno di un chilometro di distanza dai soldati di Tel Aviv. L'attacco non avrebbe provocato vittime. I servizi di emergenza hanno comunicato solo il lieve ferimento di due donne, che sono cadute mentre correvano verso i rifugi. Il conto di X Sala della guerra israeliana ha riferito anche di un”colpo diretto” a Bnei Zion hanno condiviso una foto in cui è visibile il fumo che si solleva dal terreno. Dall'immagine, però, sembra che il missile si sia schiantato in un campo.

Nei gironi scorsi, l'esercito israeliano aveva affermato di ritenere che Hamas avesse ancora la possibilità di lanciare attacchi missilistici da Rafah verso le zone centrali dello Stato ebraico e che questi si sarebbero verificati in concomitanza con l'avanzata delle Idf in altre zone dell'insediamento. Le autorità militari hanno anche indicato la città al confine con l'Egitto come uno degli ultimi luoghi in cui i terroristi mantengono una scorta consistente dirazzi. Al momento Hamas non può produrne di nuovi, visto che gli israeliani hanno sequestrato e distrutto le fabbriche principali.

L'attacco si è verificato due giorni dopo la decisione della Corte internazionale di giustiziache ha intimato allo Stato ebraico di interrompere le operazioni offensive a Rafah accogliendo la richiesta di cessate il fuoco presentata dal Sudafrica. Le frasi della Cig sono vincolanti, ma il tribunale non ha i mezzi per farle rispettare.

In risposta alla decisione presa all'Aia, le Idf hanno messo in chiaro che “la Corte non ci fermerà nella lotta ad Hamas” e il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato che “stiamo aggiungendo forze aeree e di terra una Rafah”.





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