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Stellantis, nuovi modelli e assunzioni per rilanciare gli stabilimenti italiani


TORINO – Nuovi modelli e assunzioni per gli stabilimenti italiani, a partire da Mirafiori, dove nel 2026 accanto alla 500 elettrica verrà prodotta anche la piccola di casa Fiat con il motore ibrido. La conferma arriva per bocca dell'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, che ieri a Mirafiori ha incontrato i sindacati. Per Melfi ci sarà un quinto modello, oltre a quelli previsti (due Ds, Jeep elettrica, la Lancia Gamma). Nella fabbrica lucana verrà realizzata anche la versione ibrida della Jeep Compass. Il manager portoghese ha spiegato che ci sarà anche un nuovo modello per Cassino, senza dare anticipazioni. Si tratta di vetture che permetteranno alla casa italo-francese, che ha come primo azionista Exor che controlla anche Repubblicadi arrivare a produrre 1 milione di veicoli entro il 2030. Traguardo condiviso con il governo.

Tavares fa un passo in più: è la prima volta che Stellantis parla di nuovi ingressi nelle fabbriche e di ricambio generazionale, sempre che ci siano le condizioni di contorno per fare assunzioni. Condizioni, come i costi dell'energia e la spinta sulla mobilità elettrica, che dipendono soprattutto dal governo Meloni con il quale i rapporti sono altalenanti. Le polemiche sull'italianità dei prodotti, sul nome del Suv Alfa Milano, cambiato in Junior, e il sequestro delle Topolino prodotto in Marocco per il tricolore sulla fidanzata, hanno lasciato il segno.

Tavares, impegnato nella presentazione della gamma Lancia Ypsilon, non rinuncia ad una stoccata nei confronti del ministro delle Imprese Adolfo Urso: «In Grecia saranno contenuti del nome Ypsilon», dice l'ad. «Nonostante le critiche ea volte gli insulti, andiamo avanti, continuiamo a muoverci ea fare le cose. La Ypsilon è stata progettata a Torino. Riteniamo che questo sia un valore aggiunto», spiega Tavares che esprime apprezzamento anche per i nuovi incentivi che, finalmente, hanno visto la luce.

L'incontro con i sindacati segna un passaggio importante alla vigilia di due tavoli su Pomigliano e Cassino a Roma. Sindacati e azienda, con sfumature diverse, indicano la stessa strada: è necessario un incontro a Palazzo Chigi. Un modo per certificare i passi avanti, discutere di quello che può fare il governo e analizzare le criticità. Uno dei timori dei sindacati, ad esempio, è legato al futuro della Maserati e dello stabilimento di Modena. «Serve un incontro a Palazzo Chigi per completare l'accordo di sviluppo del settore dell'auto, anche di quelle parti che ancora mancano», Sottolinea Gianluca Ficco della Uilm-Uil.

«Confronto necessario per avere garanzie per l'indotto, la componentistica e sugli incentivi per il processo di reindustrializzazione», spiega il segretario Fim-Cisl, Ferdinando Uliano. Anche per la Fiom-Cgil l'incontro è stato positivo, «ma ci sono elementi non chiari e definiti che possono essere approfonditi solo a Palazzo Chigi», dice Samuele Lodi. Per il numero uno del Fismic-Confsal, Roberto Di Maulo«ci vuole un confronto che coinvolga il governo per accompagnare lo sforzo di investimenti dell'azienda».



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