Il business britannico si schiera con i laburisti, lettera di 121 imprenditori
Il Labor è il partito del business: affermazione che avrebbe suscitato incredulità o sarcasmo fino a poco tempo fa e che ora è il fulcro della campagna elettorale del maggiore partito di opposizione in Gran Bretagna in vista del voto il 4 luglio. Lo ha detto ieri il cancelliere-ombra Rachel Reeves in un discorso, promettendo che se sarà eletta «il Tesoro sarà il più pro-business e più pro-crescita della storia britannica».
A regalare credibilità allo slogan e alle promesse è una lettera aperta firmata martedì da 121 tra imprenditori e Ceo di aziende di diversi settori, che sostiene apertamente il partito laburista. «È ora di cambiare», afferma la lettera, dichiarando che «il partito laburista è cambiato e vuole collaborare con il business per stimolare la crescita sul lungo termine».
Prima delle elezioni del 2015 cento grandi imprenditori avevano firmato una lettera simile che sosteneva il partito conservatore, tradizionalmente alleato del business. Almeno uno di loro, Malcolm Walker, fondatore della catena di supermercati islandese, ora ha firmato la lettera che sostiene il partito laburista.
Da quando è diventato leader del partito nell'aprile 2020 Keir Starmer ha gradualmente preso le distanze dal suo predecessore, Jeremy Corbyn, e dalle sue posizioni di estrema sinistra che avevano portato il Labor peggiore alla sconfitta nelle elezioni del dicembre 2019, stravinte dai Conservatori guidati da Boris Johnson sull'onda della Brexit.
Starmer ha riportato il partito su posizioni più moderate su economia e difesa e ha fatto di tutto per guadagnare consensi nel mondo del business, promettendo stabilità e «buon senso». Il suo asso nella manica è stata e resta la Reeves, un'economista che ha lavorato per anni alla Banca d'Inghilterra e che è molto rispettata per la sua competenza.