Musker, Putin guardi il Re Leone, siamo tutti collegati – Notizie – Ansa.it
Tra i suoi film, giganti come La Sirenetta, Aladdin, Oceania, non ne ha uno preferito perché “sono come i figli, ne ha tre (due gemelli maschi e una femmina) e se dice che ne ha uno preferito gli altri si arrabbiano, è impossibile scegliere”. Camicia rosa hawaiana, baffi bianchi, una curiosità innata e penna e taccuino in sempre pronti sia per firmare autografi che fare disegni delle persone con cui parla.
Oggi Cartoons on the Bay, festival internazionale dell'animazione della transmedialità e delle meta arti, promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com festeggia un mostro sacro come il regista, sceneggiatore e produttore John Musker. “Una leggenda io? – dice scoppiando in una risata a inizio intervista – Soltanto nella mia testa!”.
Qui all'Aurum sta incontrando moltissimi giovani che gli chiedono consigli e 'istruzioni per l'uso': “Quando ero giovane ho incontrato il leggendario Chuck Jones. Avevo 20 anni e lui già sessanta e diceva che 'stava ancora imparando'. E io ho pensato che era davvero una bellissima forma di arte questa in cui si impara ancora con i capelli bianchi Io adesso ho 70 anni ed è bellissimo continuare a imparare. Quindi ai giovani vorrei dire che per me è stata una grande avventura, bisogna perseverare e non rinunciare mai. Io sono stato respinto ad esempio da Disney quando ho inviato il mio primo progetto. Ho detto “oh no!!”, poi mi sono messo a studiare di più ea imparare a disegnare meglio “.
Ha assistito a tanta evoluzione tecnologica, come vede oggi il rapporto tra le tecniche tradizionali e le nuove: “E' tutta una questione di narrazione delle storie, che deve piacere al pubblico. Sono soltanto diverse le tecniche”.
Musker non si sottrae alle domande sull'attualità e sulle guerre che funetsano il mondo. Consiglierebbe ai potenti della terra di guardare un film di animazione per potersi un'attimo calmare oppure risvegliare? “Beh sì. A Putin si potrebbe fare vedere il Re Leone, anche se non l'ho fatto io quel film! Il Cerchio della Vita! Perché siamo tutti collegati. In Oceania/Moana c'è meno connessione, perché è più dedicato alla natura, alle persone, sulla famiglia che supera i confini, tra le altre cose”.
A proposito dei suoi grandi film, si emoziona ancora quando rivede il capolavoro della Sirenetta? “Ci sono molti errori nella Sirenetta – ammette ridendo – e delle cose che potevano venire meglio. Eravamo sotto molta pressione, avevamo fretta di finire il film, quindi ci dicevamo “Questo va bene, è quasi come lo vogliamo, andiamo avanti, andiamo avanti !. Il film è pieno di errori, dei disegni che non sono perfetti, che non sono buoni.
Ma io non amo come quando Steven Spielberg o George Lucas fanno riedizioni dei film, con delle versioni corrette. Io penso che quando esce il film, questo è il film, e basta. Quindi La Sirenetta, con i suoi errori, deve vivere così. Anche se possiamo migliorare le cose, non lo teniamo com'è uscito”.
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