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Il futuro dei bambini italiani? Sempre più cancellato dalla povertà


In Italia sono tanti i nuclei con minori in stato di povertà; di fatto risultano i più svantaggiati. Paradossalmente sono proprio i bambini nella fascia 0-3 a registrare l'incidenza più alta di povertà assoluta pari al 14,7% (a fronte del 9,7% della popolazione complessiva). Praticamente oggi più di un bambino su sette, nell'età 0-3 anni, vive al di sotto di uno standard minimo considerato dignitoso. Coinvolti sono ovviamente anche i genitori. Nascere e crescere in una famiglia povera può essere il preludio di un futuro e di una vita connotata da situazioni di deprivazione e povertà. Inoltre quasi un adolescente su dieci in Italia vive in grave deprivazione materiale, condizione che riguarda più di centomila ragazze e ragazzi tra i 15 ei 16 anni. Più di un ragazzo su 4 che vive in condizioni di grave deprivazione materiale pensa che non riuscirà a finire la scuola e che sarà costretto ad andare a lavorare, a fronte dell'8,9% dei coetanei. Mentre il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere sufficienti risorse economiche, contro il 25,9% degli adolescenti che non vivono condizioni di deprivazione.
E se le “aspirazioni” per il futuro risultano essere piuttosto comuni tra tutti i ragazzi e le ragazze, le “aspettative” sono ben diverse, poiché la condizione di povertà economica ha un peso significativo sulle aspettative di vita degli adolescenti.

Questi sono solo alcuni dei dati che emergono dalla ricerca “Domani (Im)possibili”presentata nel corso di “IMPOSSIBILE 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza da Caritas Italiana insieme a Save the Children. Lo studio si basa su un campione rappresentativo di famiglie assistite dalla rete Caritas, in condizione di conclamata difficoltà socioeconomica, che hanno al loro interno bambini nella fascia 0-3 anni. L'indagine si è sviluppata lungo due percorsi di ricerca, uno di taglio quantitativo e uno di taglio qualitativo e ha coinvolto attivamente le Caritas di 115 diocesi.

Lo Stato non aiuta le famiglie ad uscire insieme ai loro bimbi da questa situazione: il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e il numero di bambini tra zero e 3 anni è in media in Italia solo del 28 per cento. Quindi su 100 piccoli trovano posto nei nidi soltanto 28, mentre la media europea è del 37,9, Spagna e Francia sono oltre il 50 per cento, Olanda e Danimarca arrivano rispettivamente al 74,2 e al 69,1.

«La collaborazione con Save the Children», spiega don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana «è un'occasione propizia per mettere in comune ognuno la sua esperienza nell'ottica della promozione dei diritti dei bambini e del bene delle famiglie. È importante conoscere la realtà in modo appropriato, in modo da poter sviluppare, assieme alle istituzioni e alle comunità di riferimento, azioni volte a sostenere e incoraggiare i genitori di figli piccoli soprattutto, ma non solo, nei primi anni dei bambini, che sono determinanti per la loro vita futura».

L'altro passaggio dell'indagine ha coinvolto adolescenti di 15-16 anni di tutta Italia e ha anche esplorato la realtà dei genitori in grave precarietà economica, snocciola dati allarmanti. Quasi un ragazzo su dieci, pari a più di centomila giovani, vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Il 17,9 per cento afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l'11,6 ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. Quasi un adolescente su quattro inizia l'anno scolastico senza tutti i libri e il materiale necessario, il 24 per cento ha difficoltà a partecipare alle gite scolastiche per motivi economici. Il 37,7 per cento vede i genitori spesso o sempre preoccupati per le spese e il 9 racconta che chiedono aiuto ad amici e familiari o prestiti. Il 43,7 per cento dei 15-16enni intervistati aiuta la famiglia ad affrontare le spese, cercando di risparmiare e di non chiedere soldi per spese non indispensabili; tra questi, il 18,6 per cento svolge qualche attività lavorativa, uno su due ha meno di 16 anni.

«A causa di una grave ingiustizia generazionale, in Italia sono proprio i giovani i più colpiti dalla povertà», afferma Claudio Tesauro, presidente di Save the Children. «È inaccettabile vedere adolescenti già consapevoli di fronte agli ostacoli da superare per trasformare le loro aspirazioni in un concreto progetto di vita. Per affrontare queste gravi disuguaglianze è indispensabile un intervento strategico di contrasto alla povertà minorile, che comprende un sostegno adeguato alle famiglie e il potenziamento strutturale dell'offerta educativa, scolastica ed extrascolastica. Il tema del futuro dei più giovani va messo al centro delle scelte economiche del Paese, sapendo che è l'investimento più importante per lo sviluppo».





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