Cinema

Il caso “Hundreds of Beavers” può dare suggerimenti importanti agli aspiranti filmaker


Ecco una di quelle storie edificanti che possono essere presentate nelle scuole di cinema per dimostrare che “chi vuole, ce la fa”. Non è sempre così, lo sappiamo. Per fondere nel mondo del cinema serve talento, la capacità di muoversi per conoscere le persone giuste, qualche soldo da investire, tanta fortuna. Però Centinaia di castori dimostra che a volte, con 150.000 dollari di investimento (che, pur non essendo una somma trascurabile per un individuo, nel contesto della produzione cinematografica rappresentano una cifra modesta) e un'idea che spacca si può creare un piccolo fenomeno.

Il regista Ryland Tews ha concepito Centinaia di castori vieni una commedia slapstick d'altri tempi immersa nella neve con i castori. Segue la missione dell'ubriacone Jean Kayak di dare la caccia a un gruppo di castori vendicativi dopo che questi hanno bruciato la sua distilleria. Quella che segue è una guerra cartoonesca tra uomo e animale. Trappole, cadute, incidenti e inseguimenti che oscillano tra lo stile di Buster Keaton e quello di Super Mario.

A giustificare l'investimento per produrre questo film piccolo e “indipendentissimo” c'era la convinzione che “l'immagine di un uomo travestito con un costume da mascotte fa sempre ridere”. Così hanno deciso di metterlo praticamente ovunque, sicuri che anche se qualche scena o gag non funzionava, il punto zero della comicità, ovvero gli scivoloni, avrebbero fatto comunque ridere. O, alla peggio, avrebbero creato un film che non assomiglia a nessun altro. È qui che viene la prima intuizione utile per gli aspiranti cineasti.

L'importanza di distinguersi

Non è servito molto per girare Centinaia di castori. Un po' di persone disposte a mettersi degli ingombranti costumi da castoro, la capacità di cadere senza farsi male e un gran talento con After Effects. Come nei film muti anche qui c'è il bianco e nero. Il bianco è particolarmente acceso data l'ambiente boschiva immersa nella neve. Una “commedia dei bastoncini di neve” dicono i creatori.

L'idea, alla fine, è piaciuta, fruttando ad oggi più di 400.000 dollari. Non tanto, ma a sufficienza da recuperare ben più del doppio del budget (su cui non si sono spese statali di ufficio stampa e marketing) e soprattutto ha fatto guadagnare alla produzione articoli su numerose testate importanti. In altre parole: il film è diventato il trampolino di lancio che doveva essere.

Fare qualche sacrificio anche fisico

Il secondo spunto viene dal fatto che per fare cinema si fa fatica. Sempre. Sia nelle enormi produzioni in cui i registi sono schiacciati dal peso di una troupe vastissima e dalle aspettative di pubblico e studi, sia nei film indipendenti dove tutti devono fare tutto, o quasi. Centinaia di castori è stato girato in condizioni terribili, con molti gradi sotto zero, utilizzando dei green screen posizionati all'esterno, montati e smontati ogni volta.

Centinaia di Beavers ricordano che è importante prendersi cura del tempo

Il film è stato girato per 12 settimane divise in due inverni. Ha richiesto altri due anni di post produzione per arrivare al 2022 dove il viaggio di Centinaia di castori non era finito, stava anzi per iniziare.

La piccola idea di fare un film in bianco e nero con castori si è ingrandita con il tempo, diventando una produzione mostruosa. Così l'ha definita Ryland Tews. Sarebbe stata poca cosa per uno studio. Per un regista affiancato solo da alcuni professionisti e dal montatore (che è anche addetto agli effetti speciali) era un'impresa.

Partecipare al festival

La seconda parte del viaggio è iniziata quindi nel 2022 con la partecipazione ai primi festival. Sono stati la chiave di tutto, per far conoscere il film e iniziare a racimolare premi. Prima sono stati al Fantastic Fest di Austin, poi al Fantasia Festival di Montreal per finire al celebre Sitges Film Festival nel 2023. È grazie a queste piattaforme che gli indipendenti possono iniziare a farsi conoscere e generare il passaparola. Non sempre, ma a volte funzionano. Portare il proprio film a un festival è la mossa più logica, ma non l'unica.

Se le cose non funzionano… noleggia un cinema

Nonostante il successo festivaliero faticavano ancora a trovare una distribuzione. Così, lasciandoci soldi di tasca loro, regista e montatore portarono Centinaia di castori in tournée. Noleggiarono alcune vendite per una proiezione evento itinerante. Da Minneapolis a Toronto accompagnarono il film presentandolo al pubblico e riuscendo ad andare sold out nell'80% delle proiezioni.

Con i dati alla mano siamo riusciti ad ottenere una proiezione nel prestigioso IFC Centre di New York, cinema specializzato per il cinema indipendente e al Laemmle Royal di Los Angeles. Due piazze importanti per attirare i riflettori su di sé. Era fatta.

Fonte: Varietà

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