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Gino Cecchettin alla fiaccolata per Giada Zanola: l’incontro con il padre prima del corteo a Vigonza


Tra le duemila persone scese in strada per stringersi in un grande abbraccio in ricordo Giada Zanola c'era anche Gino Cecchettin. Anche la vita della giovane 34enne, così come quella della figlia Giulia, è stata strappata via per mano di un uomo che diceva di amarla. Questa volta a piangere l'ennesimo femminicidio è il piccolo comune di Vigonza, in provincia di Padova, dove l'ex compagno Andrea Favero l'ha gettata ancora in vita dal cavalcavia dell'autostrada A4.

Dalla casa della vittima, mamma di un bambino di tre anni, alle 20.30 di stasera la dolorosa fiaccolata si è mossa proprio verso quel cavalcavia, a poco più di un chilometro di distanza, terminando silenziosamente nel punto in cui la donna sarebbe precipitata. Un eloquente striscione anticipava le migliaia di luci in processione: “L'amore non uccide”.

Accompagnati da amici, conoscenti, concittadini della vittima, c'erano il fratello, la sorella, i cugini giunti da Brescia. “Una settimana tremenda, siamo sconvolti”, commenta lo zio Ivo, che aveva parlato con Giada per l'ultima volta un mese fa e l'aveva sentita serena.

Ma c'è anche il papà – sorretto per l'intero percorso dal sindaco di Vigonza Gianmaria Boscaro –, che pochi mesi prima, a dicembre, aveva dovuto sopportare anche la perdita della moglie. E proprio al padre di Giada, Gino Cecchettin avrebbe rivolto poche parole prima dell'inizio del corteo: “Non so cosa succede”, è l'unica frase che sarebbe riuscito a pronunciare di fronte a una tragedia troppo nota. “Ad ogni femminicidio rivivo quello di Giulia”, avrebbe detto, ma il desiderio di vicinanza alla famiglia era ancora più forte del dolore.

Terminata la manifestazione, la famiglia ha preferito ripartire subito verso casa, ma buona parte dei partecipanti è rimasta ancora nel raccoglimento sul ponte per un po'.



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