Economia Finanza

“Soldati francesi in Ucraina”. Il giallo delle bare sotto la Tour Eiffel e la mano russa


Cinque nudi vuoti ai piedi della Torre Eiffel UN Parigi: è ciò che la polizia francese, con sgomento e sorpresa, ha ritrovato lo scorso 1 giugno ai piedi dell'iconica cornice parigina. Erano circa le 9.00 del mattino quando due persone hanno allestito le bare in quel di Quai Branly, avvolte dal tricolore francese recante la scritta”soldati francesi dall'Ucraina“. Secondo le prime informazioni trapelate, le bare contengono gesso.

L'inchiesta immediatamente apertasi, che ora viaggia sul binario della “violenza premeditata“, ha portato già all'arresto di tre cittadini stranieri provenienti da Germania, Ucraina e Bulgaria. Ma Parigi, a un passo dalle elezioni europee e dalle Olimpiadi, ma soprattutto in seguito alle potenti dichiarazioni del presidente Emanuele Macron, vuole vederci chiaro. La vicenda, infatti, potrebbe essere riconducibile a presunte”interferenze straniere“. Da ciò che sulle prime hanno riferito le fonti, l'autista che ha scaricato gli autori del fatto e le bare ha dichiarato di essere arrivato dalla Bulgaria la sera precedente. Gli altri due fermati, invece, sarebbero stati intercettati presso la stazione degli autobus di Parigi, mentre si accingevano a prendere un autobus diretto a Berlino.

Quella che, però, avrebbe potuto essere una goliardata diventa un vero mistero se si indaga sul recente passato dell'autista del furgone. Parigi, infatti, negli ultimi mesi è stata teatro di atti vandalici che hanno come fine quello di fomentare le linee di divisione della società francese. Nella notte tra il 13 e il 14 maggiodegli sconosciuti avevano profanato il memoriale della Shoah a Parigi, imbrattando e disegnando delle mani con la vernice rossa sul Muro dei Giusti. Il simbolo delle mani rosse è stato recentemente adottato dagli attivisti filopalestinesi, soprattutto in occasione dell'occupazione di Science Po, con l'obiettivo di denunciare l'offensiva israeliana a Gaza. Secondo alcuni osservatori, la simbologia retrodata al linciaggio di due soldati israeliani a Ramallah nel 2000. Sono sospettati di quell'episodio, diretti ormai all'estero.

Ora, secondo le informazioni disponibili dalla redazione di TF1-LCIl'autista che ha trasportato le bare era stato già chiaramente identificato a proposito dell'incidente delle “mani rosse”. Sono stati gli agenti della Sicurezza Territoriale di Parigi a provare, grazie a investigazioni scientifiche, di aver avuto una precedente conversazione con l'uomo nel caso dello scorso maggio, che aveva fatto scattare il timore di “ingerenze straniere” e dunque la presunta pista russa un'opera dell'Fsb.

Controllato nei pressi della Torre poco prima dell'incidente da una pattuglia della DOPC (Direction de l'Ordre Public et de la Circulation), il giovane ha presentato il passaporto bulgaro ed è stato lasciato andare dopo i controlli di rito. Stando a quei documenti, il suo nome potrebbe essere Georgi F., 19 anni. Poco dopo, grazie a un sistema di videosorveglianza, gli agenti hanno notato movimenti sospetti su Qaui Jacques Chirac, prima ancora che parcheggiasse in allée Jean Palhan. Poi, l'inseguimento degli uomini che si erano allontanati a piedi subito dopo aver lasciato in terra le nude. Il primo a essere interrogato è stato il conducente del veicolo sul Pont de l'Alma: in un francese stentato, si sarebbe limitato a raccontare della sua missione di carico e scarico del trio e delle bare.

Sotto custodia della polizia, ha raccontato di aver incontrato gli altri due solo il giorno prima. Secondo le forze dell'ordine, aveva chiesto ai due di aprire le bare per verificare che non contenessero cadaveri, o parti di essi. Poi, avrebbe ricevuto 120euro per il trasporto.





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