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Elezioni Gb, primo dibattito tv: Sunak va all’attacco, ma Starmer resiste


MANCHESTER – Rishi Sunak è ancora vivo, ma Keir Starmer, dall'alto dei suoi 20 punti di vantaggio nei sondaggi, resiste. È questo il verdetto del primo dei due dibattiti tv previsti tra il primo ministro conservatore e il leader laburista prima delle elezioni del 4 luglio nel Regno Unito. Un confronto di un'ora, in cui Sunak è apparso visibilmente più in palla, mentre Starmer all'inizio è sembrato piuttosto teso, per poi sciogliersi.

Sunak ha vinto ai punti. Per un sondaggio YouGov, realizzato subito dopo il dibattito, si è trattato di un sostanziale pareggio. Secondo il 51% dei britannici intervistati, il primo ministro è stato più convincente, contro il 49% di Starmer. Insomma, un pari che va bene al leader laburista, che in questo momento deve pensare soltanto a limitare i danni e conservare il vantaggio di qui a un mese.

Sunak ha attaccato a lungo Starmer accusandolo di voler “alzare le tasse di 2mila sterline all'anno ai britannici”, citando uno studio indipendente. Il leader laburista ci ha messo oltre mezz'ora a definire “spazzatura” le parole del primo ministro e questo non avrà fatto una buona impressione a una parte del britannico Sempre sulle tasse, il leader conservatore ha avuto un altro punto a suo favore quando ha accusato Starmer di voler alzare le tasse ai pensionati. Anche qui il politico Labor ha esitato, o perlomeno non ha smentito. Ma poi ha reagito: “Il governo conservatore ha alzato le tasse per 26 volte! Noi aumenteremo le tasse solo alle scuole private, alle compagnie petrolifere e ai milionari”.

Sunak, del resto, sta puntando molto sui pensionati, una base importante del suo elettorato. Non solo gli ha promesso pensioni aumentate di centinaia di sterline all'anno, ma per esempio ha annunciato il servizio militare (o civile) obbligatorio per tutti i 18enni. Un'altra proposta, qualora dovesse vincere, molto apprezzata dagli over 65, secondo i sondaggi.

Anche sui migranti, Sunak ha promesso che i voli degli “illegali partiranno presto per il Ruanda”, e ha attaccato Starmer, che punta soprattutto “a stanare le gang di trafficanti di esseri umani”, di non avere un piano contro l'immigrazione irregolare . Il primo ministro ha fatto capire che il Regno Unito uscirà dalla convenzione europea rifugiati se il piano Ruanda verrà bloccato dai tribunali. Mentre il leader laburista ha dichiarato: “No, noi non usciamo da accordi internazionali, perché non voglio che il Regno Unito sia uno stato paria nel mondo. L'ennesima prova che i conservatori sono disperati”.

Starmer ha risposto per le rime soprattutto su due punti. Il “disastro che erediteremo dai Tories dopo 14 anni”, su cui in alcune circostanze Sunak ha faticato a difendersi in questo campo. E sulla sanità pubblica, il leader laburista ha promesso di tagliare le liste di attesa. Ma a un certo punto è sembrato incerto. Quando è stato chiesto ad entrambi i candidati se si rivolgerebbero alla sanità privata, in caso di attese lunghissime con quella pubblica, Sunak ha risposto senza esitazioni: “Sì”. Mentre, Starmer, dopo una pausa, ha detto: “No… no. La sanità pubblica è nel mio Dna”. Una domanda molto delicata, su cui qualcuno ha avuto l'impressione che Sunak è stato più sincero.

Insomma, un pari che favorisce Starmer. Fonti dei conservatori sostengono che Sunak sta continuando a chiedere altri dibattiti in queste ore, oltre al secondo e per ora ultimo previsto per il 26 di giugno. Niente da fare, risponde il portavoce di Starmer. Troppo tardi.



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