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La vera libertà non è quella che consente ai ricchi di opprime i poveri



Continua la catechesi sullo Spirito Santo, papa Francesco. Nell'udienza di mercoledì si parla dello “Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”.

Il Pontefice parte dal nome, spiegando che «è la prima cosa che noi conosciamo di una persona». E così il vero nome dello Spirito, la terza persona della Trinità, quello con il quale «lo hanno conosciuto i primi destinatari della rivelazione, con cui lo hanno invocato i profeti, i salmisti, Maria, Gesù e gli Apostoli, è Ruach, che significa soffio, vento, respiro».

Il nome è importantissimo nella Bibbia, tanto da identificarsi con la persona stessa, «santificare il nome di Dio, è santificare e onorare Dio stesso. Non è mai un appellativo meramente convenzionale: dice sempre qualcosa della persona, della sua origine, della sua missione. Così è anche del nome Ruach. Esso contiene la prima fondamentale rivelazione sulla persona e la funzione dello Spirito Santo».

Osservando il vento «gli scrittori biblici furono guidati da Dio a scoprire un “vento” di natura diversa. Non a caso a Pentecoste lo Spirito Santo discese sugli Apostoli accompagnato dal “fragore di un vento impetuoso”. Era come se lo Spirito Santo volesse mettere la sua firma a quello che stava accadendo».

Il nome Ruach dice della potenza dello Spirito, «il vento infatti è una forza travolgente e indomabile. È capace perfino di smuovere gli oceani». Accanto a questo, però, se non ci fermiamo all'Antico testamento, ma arriviamo a Gesù scopriamo un'altra caratteristica dello Spirito che è la libertà «A Nicodemo, che lo va a trovare di notte, dice solennemente: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”».

Il vento, continua il Papa, «è l'unica cosa che non si può assolutamente imbrigliare, non si può “imbottigliare” o inscatolare. Pretendere di rinchiudere lo Spirito Santo in concetti, definizioni, tesi o trattati, come ha tentato di fare a volte il razionalismo moderno, significa perderlo, vanificarlo, o ridurlo allo spirito umano puro e semplice». C'è la tentazione, in campo ecclesiastico, di «voler racchiudere lo Spirito Santo in canoni, istituzioni, definizioni. Lo Spirito crea e anima le istituzioni, ma non può essere Lui stesso “istituzionalizzato”, “cosificato”. Il vento soffia “dove vuole”, così lo Spirito distribuisce i suoi doni “come vuole”. San Paolo farà di tutto ciò la legge fondamentale dell'agire cristiano: «Dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà», dice lui». Una persona libera, un cristiano libero è un cristiano che vive nello Spirito Santo. Ed è una «libertà tutta speciale, assai diversa da ciò che comunemente si intende. Non è libertà di fare quello che si vuole, ma libertà di fare liberamente quello che Dio vuole! Non libertà di fare il bene o il maschio, ma libertà di fare il bene e farlo liberamente, cioè per attrazione, non per costrizione. In altre parole, libertà dei figli, non degli schiavi». E sulla libertà San Paolo, scrivendo ai Galati precisa: «Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri». Perché, sottolinea papa Francesco, la vera libertà si esprime nel servizio, mentre quella che diventa «pretesto per la carne» si esprime nella «fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere», come elenca san Paolo. E, aggiunge Francesco, questo tipo di libertà è quella che «permette ai ricchi di sfruttare i poveri, è una libertà brutta, ai forti di sfruttare i deboli, ea tutti di sfruttare impunemente l'ambiente. E questa è una libertà brutta, non è la libertà dello Spirito». La libertà dello Spirito, contraria alla libertà dell'egoismo possiamo attingerla «nelle parole che Gesù rivolse un giorno ai suoi ascoltatori: “Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”. La libertà che ci dà Gesù. Chiediamo a Gesù di fare di noi, mediante il suo Santo Spirito, degli uomini e delle donne veramente libere. Liberi per servire, nell'amore e nella gioia».

E infine, prima di pregare per la pace, in particolare per l'Ucraina, la Palestina, Israele e il Myanmar, annuncia che renderà pubblico, il prossimo settembre, un documento sul Sacro Cuore di Gesù che raccoglie «le preziose riflessioni dei testi magistrali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre scritture per riproporre oggi a tutta la Chiesa questo culto carico di bellezza spirituale. Credo che ci farà bene meditare sui vari aspetti dell'amore del Signore e che dicono qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore».





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