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Salvini chiama Trump: “Lo vedrò in estate, tifo per lui. È perseguitato come Berlusconi”


Matteo Salvini chiama Donald Trump. Tra i due c'è stato un contatto via mail e successivamente una telefonata “molto cordiale, alla presenza dell'ex candidato alle primarie del partito repubblicano Vivek Ramaswamy”, fa sapere la Lega. Il vicepremier e ministro dei Trasporti, che ammette di essere “tra i pochi che auspicano la vittoria di Trump a novembre”, riferisce durante una conferenza stampa a Roma, nella sede dell'Associazione della stampa estera in Italia, di aver espresso la sua vicinanza all'ex presidente americano “per le vicende giudiziarie che a molti italiani ricordano le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi, che è stato per trent'anni, come qualcuno ritiene, perseguitato nel nome di un certo tipo di giustizia. Non entro nel merito della vicenda giudiziaria americana, ma Trump mi ha risposto nelle scorse ore ringraziandomi per la vicinanza e ci siamo anche sentiti telefonicamente”.

Il tycoon ha infatti “ringraziato Matteo Salvini per le parole di solidarietà” espresse dopo le sue recenti vicende giudiziarie. Il leader leghista conta di avere in estate “una missione negli Usa per rinsaldare l'amicizia tra Italia e Stati Uniti che è fondamentale, esprimendo la speranza che alle elezioni di novembre si affermi Donald Trump, che non penso verrà fermato da queste inchieste. E lo ringrazio per aver apprezzato il nostro supporto”.

Il giorno dopo la sentenza negli Stati Uniti che ha condannato Trump nel processo per i soldi alla pornostar Daniels tempestoso, il vicepremier leghista su X aveva espresso “solidarietà e pieno sostegno” all'ex presidente “vittima di una persecuzione giudiziaria e di un processo di natura politica”. Un messaggio non condiviso anche da alcuni alleati di governo, come il collega vicepremier forzista e ministro degli Esteri Antonio Tajani che commentato aveva: “La partita è aperta, ma l'Italia è alleata degli Stati Uniti, non di questo o quel presidente: per noi è indifferente, abbiamo un rapporto privilegiato con gli Usa. Non spetta a noi decidere chi deve fare il presidente degli Stati Uniti, io ho ottimi rapporti con Blinken, ma li avrei con qualunque altro Segretario di Stato americano”.



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