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«Lorenzo? Non è un seminarista ma un giovane coraggioso che vive la fede»


«Lorenzo, in seguito alla polemica sulle parole che sembra che il Papa abbia detto alla Cei, è rimasto amareggiato e ha deciso di scrivergli una lettera privata che ha inviato il 28 maggio. Il primo giugno, Sua Santità ha risposto con un cartoncino in cui lo incitava ad andare avanti nella sua vocazione ed esprimeva l'accoglienza di papa Francesco a ogni persona, al di là del proprio orientamento». Su come siano andate le cose Don Giovanni Martini, parroco di Santa Maria al Pignone a Firenze, non ha dubbi. Lui conosce Lorenzo, colui che secondo la stampa è stato allontanato dal seminario perché gay. Oggi lo accompagna nel percorso da catechista, seguendo il suo cammino di fede.

Lorenzo perciò non è un seminarista?
«No non è un seminarista, ne mai è stato in seminario. È un ragazzo di origini siciliane, trasferitosi poi a La Spezia (quando aveva 15 anni) che vive a Firenze per motivi di studio. Io l'ho conosciuto perché l'hanno indirizzato da me Innocenzo (Pontillo, ndr, coordinatore di Kairos, il gruppo di cristiani omosessuali e transessuali di Firenze) e padre Pino Piva di Bologna. Era in cerca di una parrocchia dove poter continuare il suo servizio di catechista che già svolgeva a La Spezia. Lo hanno inviato a me perché da diversi anni seguivo il gruppo Kairos e da febbraio 2024 faccio parte anche del coordinamento della Pastorale per l'inclusione, all'interno della pastorale della famiglia istituito dal Cardinale Betori. Insomma, sapeva che non avrei avuto nessun problema ad accoglierlo per la sua omosessualità».

Non è stato respinto dal seminario. E allora com'è andata?
«Dopo che, da adulto, aveva riscoperto la fede e celebrato la cresima, ha avvertito il desiderio di entrare in seminario e ha fatto un percorso di discernimento. Si è così confrontato con diversi preti e con i responsabilità del seminario che, seguendo le indicazioni del dicastero vaticano per il Clero del 2005, non hanno accolto questo suo desiderio. Ciò ha provocato in lui sofferenza, ma nonostante questo, ha continuato a vivere con gioia la sua esperienza di fede e di discernimento e il suo servizio di catechista. Quest'anno accompagna i cresimandi con serietà insieme a una coppia di giovani sposi, senza nessun problema da parte di nessuno».

Don Giovanni Martini



Lei perché ha deciso di orientare la sua pastorale al mondo omosessuale?
«È stato un caso, sono loro che sono venuti a cercarmi. Indicati da don Andrea Bigalli, con cui adesso coordino, insieme a Suor Fabrizia Giacobbe ea Polo e Maria, due genitori di una ragazza lesbica, la pastorale per l'inclusione. Questo gruppo di giovani cercava una parrocchia in città per fare le riunioni, riflettere sulla Parola… di solito i giovani o altre realtà ti chiedono gli spazi per le feste di compleanno o altro. Mi hanno detto che erano un gruppo di cristiani omosessuali, ma per me questo non creava nessun problema, e dopo averne parlato con il consiglio pastorale parrocchiale, li abbiamo accolti.Sono un grande dono e arricchimento. Per la loro umanità sincera, per la loro fede, perché sono persone che rimangono nella Chiesa con fedeltà pur avendo, a volte, ricevuto porte chiuse in faccia e giudizi. Eppure continuano a volerle bene. Fanno cammini seri di fede. Fanno riflessioni rare».

Quel cartoncino scritto dal Papa per Lorenzo lei l'ha letto domenica alla comunità. Cosa c'era scritto? Perché l'ha fatto?
«”Fratello” si leggeva, “vai avanti con la tua vocazione”. L'ho letto perché Lorenzo era contento di aver ricevuto risposta ed è venuto a dirmelo prima della Messa. Gli ho chiesto se potevo rendere partecipi tutti, come si fa in famiglia dove si condividevano le cose belle. C'è stato un applauso».

Adesso?
«Si è rasserenato. È un ragazzo coraggioso che non ha nascosto il suo orientamento nel cammino di fede».

Cosa pensa del presunto fuori onda del Papa e delle scuse che ne sono seguite?
«Che si è alzato un gran polverone su un sentito dire… quando invece l'atteggiamento del Pontefice è di accoglienza, un'accoglienza personale. Quasi tutti i mercoledì, per esempio, incontra persone transessuali. Farlo passare per omofobo è un'assurdità».

Foto di copertina, Media Vaticani





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