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«A Medjugorje ho capito che la mia strada era farmi prete»


Il libro San Paolo

Una vocazione adulta, un radicale cambiamento di vita dal mondo della comunicazione al seminario: è la storia che don Gianluca Brusatore, 46 anni, diventato sacerdote nel giugno 2022 e attualmente viceparroco a Gozzano, nella Diocesi di Novara, ha voluto raccontare nel libro Prete per miracolo. L'amore di Dio nella mia vita (e qualche consiglio spirituale)che esce domani per le Edizioni San Paolo.

Com'era la sua vita precedente?
«Prima di iniziare il seminario vivevo e lavoravo a Milano. Dopo la laurea in Relazioni Pubbliche ho lavorato un anno in un'agenzia di comunicazione e otto anni all'Istituto Europeo di Design, occupandomi principalmente di orientamento degli studenti nella scelta dei corsi. Ero un giovane normalissimo, ho avuto una storia importante con una fidanzata e poi diverse altre relazioni; non sono stato il tipico modello di vita cristiana. Mi sembrava tutto normale».
Si riteneva comunque un cristiano?
«La fede non mi è mai mancata, ma era una fede “a modo mio”: per diversi anni mi sono allontanato dalla Chiesa. Fino all'estate del 2014 se mi avevano detto che sarei diventato prete penso che mi sarei messo a ridere».
Poi cos'è successo?
«Ho sempre amato viaggiare, ho fatto molti viaggi da solo. Mi piaceva il senso di libertà che provavo nel visitare posti lontani e nel conoscere persone che non avrei conosciuto se non fossi partito da solo. Ma andare a Medjugorje è stata una decisione particolare: ricordo che mia mamma me ne aveva parlato, io non sapevo quasi niente di quel luogo dove apparentemente non c'è niente di particolarmente bello da vedere. E invece durante quel viaggio ho incontrato il Signore».

Don Gianluca Brusatore, 46 anni

Don Gianluca Brusatore, 46 anni



Come si è manifestato?
«È stata un'esperienza di amore come mai avevo vissuto prima e ho capito con nitida certezza che quello era l'amore di Dio, che quell'amore era Dio. E l'ho riconosciuto presente in modo particolare nei sacramenti. Io non avevo perso la fede, avevo perso la Chiesa e solo in quel momento ho visto in modo chiaro come il Signore è vivo e presente e opera in modo speciale proprio attraverso i sacramenti della Chiesa. Da quel momento è iniziata l'avventura: segni, episodi misteriosi e una nitida presenza nel cuore che mi chiedeva di fidarmi e cambiare vita».
È accaduto tutto all'improvviso o è stata una scelta maturata lentamente?
«Quando sono tornato al lavoro non ero più la persona di prima, ho sentito nel cuore l'invito del Signore a fidarmi di lui ea cambiare vita. Molte persone, a partire da mia madre, mi dicevano che avrei potuto benissimo continuare con il mio lavoro e con la mia vita, con uno sguardo nuovo, senza bisogno di uno stravolgimento così radicale. Certo che avrei potuto e sarebbe stato bello, forse anche più facile, ma non era quello che sentivo nel cuore. Sentivo invece nitidamente che il Signore, con infinito rispetto per la mia libertà, mi chiedeva qualcos'altro. Dopo alcuni mesi ho dato le dimissioni e ho iniziato un percorso di discernimento per affidare alla Chiesa quella che sentiva di essere una vocazione al sacerdozio. Al termine di questo percorso, a 37 anni, ho iniziato il seminario, a Novara dove sono nato».
Trovarsi in seminario da adulto è stato difficile?
«Non è stato facile rimettermi a studiare dopo tanti anni, eppure una forza misteriosa ma reale mi accompagnava, mi guidava nel cammino e mi aiutava a superare delle fatiche che di mio non sarei mai riuscito ad affrontare».
Cosa l'ha spinta a scrivere il libro sulla sua esperienza?
«Ho deciso di scrivere un libro perché penso che la mia storia possa essere di aiuto per altre persone. Non è facile per me espormi così, ma lo faccio con tutto il cuore perché mi sento come uno che ha trovato un tesoro prezioso e vuole condividerlo con più persone possibili. L'idea di iniziare a scrivere è nata proprio dalla consapevolezza che l'esperienza che ho vissuto vada condivisa, per raccontare l'importanza della Chiesa, la bellezza del sacerdozio e le meraviglie che Dio opera nella tua vita se ti fidi davvero di lui» .
Il libro oltre a parlare di lei si propone anche come una guida spirituale…
«Nella seconda parte del libro, che ho chiamato ABC del cammino spirituale, cerco di spiegare con parole semplici alcune domande importanti relative alla vita eterna, al peccato, alla bellezza e alle difficoltà della preghiera, al perdono e alle difficoltà che si incontrano nel perdonare e nel perdonarsi. Parlo anche del demonio e dell'azione che purtroppo ha sulle persone. La terza e ultima parte è Il quinto mistero della luce, che ho chiamato così facendo riferimento al quinto mistero della luce del rosario: Gesù che si dona a noi nell'Eucaristia. Entro nel cuore della vita spirituale e racconto alcuni episodi personali, ad esempio le avventure vissute con i ragazzi dell'oratorio l'estate scorsa alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona».
Ed è proprio in mezzo ai ragazzi che ha scelto di esercitare il suo ministero.
«Stavo in mezzo ai ragazzi anche nella mia vita precedente. E nel mio ministero sacerdotale mi occupo principalmente di pastorale giovanile e in questo periodo dell'anno nel quale gli oratori sono abitati da centinaia di bambini e animatori con i centri estivi, a loro va il mio pensiero. E mi piace citare le parole di Ernesto Olivero, il fondatore del Sermig che ha scritto nella prefazione al libro, una sua preghiera di affidamento dei giovani a Maria: “Maria, è dai giovani che parte il futuro. I giovani possono prendere il buono del passato e reso presente. Nei giovani sono seminati la santità, l'intraprendenza, il coraggio. Maria, Madre dei giovani, coprili col tuo manto, difendili, proteggili dal male, affidali a tuo Figlio Gesù e poi mandali a dare speranza al mondo”».

Crede davvero che ci sia stato un miracolo nella sua vita come recita il titolo del libro?
«Il titolo Prete per miracolo credo sia la giusta sintesi per descrivere l'imprevista e meravigliosa irruzione di Dio che ha stravolto i piani che avevo per la mia vita».





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